Mario Barbuto “I disabili sono pronti ad autorappresentarsi”

Il Presidente Nazionale dell'UICI Mario Barbuto candidato della Lega nel centrodestra al Senato per le elezioni politiche del 25 settembre

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Mario Barbuto

Vorremmo che anche l’accessibilità e le disabilità fossero temi discussi nella campagna elettorale che porterà l’Italia alle lezioni politiche il prossimo 25 settembre. Per questo abbiamo ascoltato Mario Barbuto, Presidente Nazionale dell’Unione Italiana ciechi e ipovedenti, candidato per la Lega.

Mario Barbuto è nato a Catania dove ha studiato fino alla terza media, presso l’istituto dei ciechi Ardizzone Gioeni.  Come tanti all’epoca, si è trasferito al Cavazza di Bologna per proseguire gli studi, laureandosi in Scienze dell’educazione, con il prof. Andrea Canevaro.

Vincitore di un pubblico concorso, ha iniziato a lavorare al Cavazza, dove è diventato direttore, circa dieci anni dopo.

Si è adoperato in modo particolare nello sviluppo delle nuove tecnologie assistive, ha contribuito alla realizzazione del primo display Braille interamente italiano.

Nel 1993 è stato eletto nel Consiglio Nazionale e nella Direzione dell’UICI, dopo una esperienza come presidente sezionale a Bologna e vicepresidente regionale in Emilia-Romagna.

Nella Direzione nazionale si è occupato soprattutto di tecnologie e di Istruzione, contribuendo alla nascita della rete nazionale di Centri di Consulenza Tiflodidattica che oggi svolgono un ruolo molto importante nel sostegno all’inclusione di bambini e ragazzi non vedenti.

“Mi piace però ricordare di quella esperienza soprattutto l’introduzione del sistema nazionale informatico della nostra Unione, fatto di email e di pagine web nazionali, regionali e sezionali. Nel 1995, quando è nato ufficialmente, il 20 giugno, fu davvero qualcosa di innovativo”.

Sottolinea Mario Barbuto.

Nel 1995 è stato eletto nel Consiglio comunale di Bologna come indipendente nella lista Duetorri, composta in larga prevalenza da esponenti del PDS di Achille Occhetto:

“Un’esperienza che mi ha fatto crescere molto e mi ha insegnato quanto gli esseri umani siano ricchi di talento e personalità. Un’esperienza che consiglio a tanti anche nella nostra Unione, perché aiuta a uscire dal ghetto e confrontarsi con se stessi e con gli altri. Quella esperienza mi ha insegnato l’umiltà, l’ascolto e la virtù di saper imparare dagli altri”.

“ Lo storico Presidente UICI Tommaso Daniele, per gravi motivi di salute, fu indotto alle dimissioni anticipate e il Consiglio nazionale mi onorò della elezione per sostituirlo: siamo al 15 marzo 2014”.

I successivi congressi del 2015 e del 2020 hanno confermato la sua elezione a Presidente, con il 90 percento circa dei consensi.

“ Negli anni della mia presidenza ho affrontato molte criticità associative, ma mi sono concentrato soprattutto sull’incremento delle risorse da dirottare verso le nostre sezioni del territorio, per consolidare ovunque la presenza dell’Unione, istituendo per tutti un sistema equo ed equilibrato di accesso ai finanziamenti, basato sull’impegno, sullo sviluppo e attuazione di progetti mirati ad accrescere il benessere dei soci e le capacità operative dei consigli regionali e sezionali”.

Barbuto è appassionato di : letture, viaggi, sport, musica e tecnologie.

La sua candidatura sta suscitando un acceso dibattito all’interno dell’UICI: molti sostengono l’inopportunita’ della sua scelta, lanciando anche una petizione online. Cosa si sente di dire a chi teme che l’associazione UICI sia strumentalizzata in campagna elettorale?

“In campagna elettorale, purtroppo, tutti strumentalizzano tutto. Circa la mia vicenda personale, ho avuto cura di distinguere la mia scelta dal profilo dell’Unione, innanzitutto attuando una volontaria autosospensione dalle mie funzioni di Presidente, fin dall’11 agosto scorso.

Sotto il profilo delle regole interne e dello Statuto non è stato compiuto alcuno strappo, anzi, l’autosospensione è una mia scelta etica non prevista dal dettato statutario dell’UICI.

Qualcuno sostiene che avrei dovuto condividere la mia scelta con la Direzione e il Consiglio nazionale. Ho evitato di farlo, perché questo sì, avrebbe finito per coinvolgere l’Unione in modo diretto e forse impegnativo.

Qualcuno dice che avrei dovuto almeno informare della mia scelta. Ho preso la decisione nella serata del 10 agosto, come si può immaginare in condizioni frenetiche, date le urgenze e la corsa che questa campagna elettorale non prevista ha imposto a tutto il Paese.

Parlarne pubblicamente prima della decisione sarebbe stata, inoltre, una mancanza di rispetto e di discrezione verso chi ti stava facendo la proposta che, tra l’altro, avrebbe potuto smentirla fino all’ultimo istante.

Ho diramato nella primissima mattinata dell’11 una lettera informativa a tutti i soci e dirigenti; ho informato personalmente al telefono i componenti della Direzione e per iscritto i presidenti di tutte le altre associazioni della disabilità; per dialogare direttamente con tutti i soci, ho fissato una trasmissione urgente sulla nostra web radio che mi ha riservato il primo spazio disponibile per il pomeriggio.

Non credo di aver mancato di rispetto a nessuno, sia all’interno, sia all’esterno dell’Unione e infatti ho ricevuto numerosi attestati di simpatia da Politici di ogni area, da rappresentanti delle Associazioni e da tantissimi soci e dirigenti dell’Unione.

Nella tarda mattinata è arrivato anche il comunicato stampa della Lega e alcuni Media si sono scatenati!

Mi pare normale che il giornalista, nel presentare Mario Barbuto candidato alle elezioni, ne debba e voglia connotare il profilo quale “presidente dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti”, così come è accaduto per i virologi, i docenti universitari, i presidenti di enti e associazioni. Ciò non credo voglia dire che i soci e le persone rappresentate dall’Unione voteranno Lega o addirittura aderiscono alla Lega.

Del resto, esiste un documento della Direzione del 29 luglio scorso, approvato all’unanimità dal Consiglio nazionale il 9 agosto, nel quale è espressa, se mai ve ne fosse stato bisogno, l’equidistanza dell’Unione dai raggruppamenti elettorali in competizione, si riassumono i principali obiettivi dell’Unione e si esortano le nostre strutture regionali e territoriali a promuovere momenti di confronto con tutti i candidati di tutti i partiti, per favorire la loro vicinanza e il loro impegno nel prossimo Parlamento. Si invocano le mie dimissioni, da parte di alcuni, troppo preoccupati che io torni a fare il Presidente, in caso di risultato elettorale negativo.

Chi immagina questo scenario mi conosce davvero poco e riduce la questione a una misera faccenda di titoli e poltrone, mentre qui si tratta di ben altro.

Come dicevo, il nostro Statuto non contempla obbligo di dimissioni e non prevede nemmeno l’autosospensione che io ho comunque voluto praticare fin dal primo momento. Anzi, molto prima, dato che ho sottoscritto la mia candidatura ben otto giorni dopo la comunicazione sui Media.

Ho ritenuto invece utile non dare le dimissioni perché queste avrebbero causato un cortocircuito interno con tutti gli organi associativi impegnati a individuare ed eleggere un nuovo presidente, tagliando fuori l’Unione dalla campagna elettorale in corso e soprattutto dagli impegni previsti per i prossimi mesi che sono tanti e importantissimi.

La vicepresidente, a norma di Statuto, ha tutti gli strumenti legali, operativi e amministrativi per gestire la situazione per due o tre mesi, avvalendosi, come sempre, degli altri organi associativi, la Direzione in primo luogo e il Consiglio nazionale.

Insomma, tutti gli organi associativi sono oggi legittimi, integri, capaci, operativi e funzionanti.

Una riflessione meditata e non pressata dall’urgenza, cessati gli echi della campagna elettorale, potrà portare l’Unione a scelte ponderate, equilibrate e condivise da tutti, in merito al suo nuovo Presidente.

Per quanto mi riguarda, rimarrò sempre con il cuore, con la mente e con le azioni accanto all’Unione che è la mia Famiglia e lo sarà sempre, indipendentemente dalle mie vicende personali e dal ruolo che la sorte vorrà assegnarmi”.

Perché’ ha scelto di candidarsi con la Lega di Matteo Salvini? Ed in quale collegio si presenta?

“Fin dal febbraio scorso ho esortato i presidenti delle grandi federazioni della disabilità FAND e FISH a lavorare per rendere le persone con disabilità maggiormente protagoniste del proprio futuro, cioè in grado di autorappresentarsi anche nelle sedi più importanti, dove si costruiscono le leggi e si definiscono le misure amministrative che influenzeranno la quotidiana esistenza di tutti noi.

Ho inoltre esortato da mesi le maggiori forze politiche nazionali ad aprirsi alla possibile candidatura di persone con disabilità o impegnate nel settore.

Matteo Salvini ha dato sempre segnali importanti di attenzione verso la disabilità, senza nulla togliere all’impegno di altre persone e forze parlamentari “amiche dell’Unione”. Basti ricordare il riconoscimento della Lingua Italiana dei Segni da lui promosso. Senza dimenticare il buon lavoro svolto da Erika Stefani al ministero alle disabilità, pur in condizioni non facili e con tempi molto ristretti.

L’offerta di una candidatura, qui e ora, è stata una risposta concreta alla richiesta di presenza e autorappresentazione che le persone con disabilità dovranno praticare sempre più in futuro.

Sono candidato nel collegio uninominale del Senato a Palermo. La candidatura mi dà una ulteriore, grande responsabilità, dovendo io rappresentare l’intera coalizione, su tutti i temi politici oggetto di queste elezioni. Un atto di fiducia che mi onora e mi impegna in un compito arduo, con la speranza e la fiducia di raggiungere il risultato più completo e positivo”.

Su quali progetti intendera’ impegnarsi se eletto?

“un  parlamentare della Repubblica deve onorare la propria funzione, occupandosi a 360 gradi dei problemi dei cittadini e del Paese. Naturalmente la mia storia e le mie specificità mi porteranno a dedicare attenzione particolare alla disabilità, a partire dall’attuazione della legge-quadro approvata nel dicembre dell’anno scorso. Dovranno essere emanati decreti attuativi importanti dai quali dipenderà l’efficacia o meno di quella legge. I decreti, infatti, avranno un impatto straordinario sulla vita di milioni di persone per il Lavoro, l’Istruzione, la Salute, la Mobilità, l’Assistenza.

Strutture di accoglienza e/o di sostegno ai progetti di vita indipendente; incentivi per favorire l’inclusione lavorativa; luoghi della vita pubblica accessibili a tutti; servizi a misura delle necessità delle persone; dignità vera e supporto per i tanti disabili gravissimi che hanno diritto a una esistenza adeguata ai loro bisogni e alle speranze delle loro famiglie.

Ecco, il sostegno ai caregivers sarà un altro tema di assoluta priorità, uscendo dalle promesse per passare finalmente a fatti concreti e azioni efficaci.

Volontariato e terzo settore, una vera spina dorsale della Nazione, meritano più attenzione e rispetto da parte delle istituzioni. I ritardi e le lentezze non sono più tollerabili.

Insomma, un lavoro enorme che mi piacerebbe poi fosse coronato con quello che un tempo pareva un piccolo sogno e oggi forse potrebbe diventare una realtà: la possibilità per tutti di esercitare il diritto di voto in modo libero e indipendente, senza doversi far assistere nella cabina elettorale. Le tecnologie lo consentono; le leggi e le procedure non si sono ancora adeguate”.

Quali le priorità’ perche’ un non vedente oggi possa inserirsi a pieno nella società?

“Così come l’Unione, giustamente, conferma nel proprio statuto l’apartiticità; un parlamentare della Repubblica deve saper tenere un atteggiamento aperto e attento verso tutte le disabilità, senza distinzioni e preferenze. Tuttavia, come dimenticare la propria appartenenza alla grande Famiglia associativa?

Le priorità per la disabilità visiva, dovrebbero intanto tenere conto della forte presenza di ipovedenti che sono in aumento rispetto ai ciechi assoluti. Agli uni e agli altri, innanzitutto percorsi scolastici adeguati, con la strumentazione più adatta al singolo e il supporto competente dell’insegnante di classe e di sostegno. Poi la formazione umana, basata sull’acquisizione di autonomia in tutti i gesti della vita quotidiana e nella mobilità; infine il Lavoro che oggi offre una gamma vasta e varia di opportunità, da costruire con percorsi formativi adeguati e mirati”.

Questa testata giornalistica ha lanciato l’idea di scrivere un manifesto per l’accessibilità: se Lei dovesse scriverne i punti principali su quali concetti si soffermerebbe?

“Sono tanti i settori che necessitano di attenzione per l’accessibilità:

gli edifici scolastici, i luoghi e gli ambienti di lavoro, i trasporti, la pedonalità urbana, i servizi digitali e in presenza della pubblica amministrazione e dei principali fornitori pubblici e privati, la lettura, i musei e i siti archeologici, i luoghi di svago, sport, tempo libero, le strutture ospedaliere e i luoghi di cura e di accoglienza.

Per ognuno di questi elementi si dovrebbe scrivere un capitolo dettagliato.

Per riassumere almeno le regole generali e i princìpi fondanti, applicabili in ogni aspetto e momento: ottenere che la cura dell’accessibilità sia elemento fondamentale della progettazione in ogni campo. Correggere a posteriori, infatti, risulta spesso molto complicato e particolarmente costoso.

Proprio in fase di progettazione, invece, le Associazioni e i loro esperti devono divenire interlocutori privilegiati dei progettisti, perché l’esperienza è un bene prezioso da valorizzare e la competenza, talvolta deriva anche dalla pratica quotidiana che significa conoscenza specifica.

Stabilire princìpi di base e norme efficaci e vincolanti, credo debba essere il compito della Politica, senza voler dettare regole o insegnare nulla a nessuno.

l’ascolto degli interessati; la partecipazione delle Associazioni alle fasi progettuali, l’applicazione delle esperienze di disegno universale, già ben praticate all’estero e anche in Italia, sono elementi di base dai quali muovere.

Insomma, “nulla sopra di noi, senza di noi”, come afferma la convenzione delle Nazioni Unite che in Italia è legge da svariati anni, purtroppo con scarsi effetti applicativi”.