LAVORO/ MATTIA (PD): “STATUTO DEI LAVORATORI GRANDE CONQUISTA. ORA BATTAGLIA PER DIRITTO ALLA DISCONNESSIONE IN SMART WORKING”
“Viva lo Statuto dei Lavoratori. 50 anni di Statuto dei diritti dei lavoratori, 50 anni di libertà e dignità delle persone nei luoghi di lavoro, 50 anni malgrado tutto di progresso sociale. La strada è quella, non dobbiamo arretrare ma avanzare, perché si è trattato di una grande vittoria per tutte le lavoratrici e i lavoratori, una grande affermazione di civiltà giuridica. E ancora oggi, soprattutto oggi, dalle regole del lavoro è necessario un modello di società possibile. Nuove tecnologie e smart working aprono la strada a una nuova idea di lavoro con nuove regole e nuove tutele. Per questo sto portando avanti una battaglia sul diritto di disconessione, in considerazione del fatto che, nel 2020, il Covid-19 ci impone una nuova sfida da combattere, una nuova forma di lavoro da regolare. Sono ormai due mesi che il mondo intorno a noi ha stravolto le nostre abitudini, la nostra quotidianità ed è facile accorgersi del fatto che la costrizione tra le mura domestiche, essersi rincorsi da videochiamate, telefonate, e-mail e messaggi whatsapp ai quali bisogna rispondere ad ogni ora, anche al di fuori dell’orario di lavoro, senza più festivi e riposi, non è smart working, non è lavoro agile, così come inteso e disciplinato dalla legge n. 81 del 2017. Bisogna intervenire sui nuovi diritti, bisogna garantire a chi oggi lavora da casa e a chi domani lavorerà agilmente il diritto alla disconnessione, a prescindere dallo svolgimento in presenza o da remoto della prestazione e a salvaguardia del tempo libero, nozione che va ben oltre quella di mera astensione dal lavoro. Un concetto ancora più importante se applicato alle donne, le quali, senza l’infrastruttura scolastica, nell’impossibilità di affidare i propri figli ad una baby sitter, portano sulle loro spalle il peso della gestione della cura familiare e quello del lavoro. Dobbiamo metterci subito al lavoro per evitare che il prolungamento di queste modalità lavorative renda le donne “prigioniere in casa”, con il rischio di vederle costrette a rinunciare alla propria attività lavorativa e con essa a quell’autonomia che ne permette l’autodeterminazione. Bisogna, dunque, regolare lo smart working e farlo per legge perché riguarda i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, l’integrità psico-fisica delle persone, nonché la stessa tenuta dello Stato sociale. Approfittiamo di questo tempo per cogliere le trasformazioni del mercato e dell’organizzazione del lavoro e agevoliamone il governo. Perché abbiamo imparato a nostre spese che diritti e salute sono ciò che di più importante abbiamo”. Così, in una nota, Eleonora Mattia, Presidente della IX Commissione Lavoro del Consiglio regionale del Lazio.
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