Meta intervista Gianluca Melillo presidente di Italiano Nato

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Italiano Nato
Associazione Italiano Nato
Italiano Nato
Associazione Italiano Nato

Per affrontare la delicata questione dell’integrazione tra cittadini Italiani e stranieri, anche chi, nato in Italia non ne possiede la cittadinanza, Meta Magazine ha ascoltato Gianluca Melillo, personalità impegnata nel sociale e giovanile e nel campo dell’integrazione, nonchè presidente dell’associazione Italiano Nato.

Cosa l’ha spinta a fondare e animare l’associazione Italiano Nato?

“Avendo già ricoperto ruoli come presidente dell’associazione Rigenerazione Italia e vice presidente del Forum Nazionale dei Giovani, non potevo assolutamente restare indifferente alla tematica della cittadinanza per i figli di immigrati nati in Italia, di cui molto si parla, ma a cui ancora non si trova una soluzione nei fatti”.

Da cosa nasce il suo impegno sociale?

Gianluca Melillo
Gianluca Melillo Presidente dell’associazione Italiano Nato

“Sono sempre stato interessato ai temi sociali legati ai giovani e agli immigrati, nella ferma convinzione che ogni uomo, donna o bambino abbiano il diritto di vivere in modo adeguato alle proprie esigenze di essere umano, senza differenze”.

La vostra associazione “Italiano Nato” si occupa principalmente di temi quali diritti ed integrazione: ci può dire nello specifico qual’è il vostro approccio e le vostre proposte sul tema?

“Il tema centrale sul quale verte l’opera di sensibilizzazione di “Italiano Nato” verso l’opinione pubblica è quello dell’acquisizione della cittadinanza per i figli di immigrati nati in Italia e dunque una conseguente richiesta al governo di alleggerire tutte le pratiche burocratiche ad essa legate. nello specifico la nostra proposta e’ quella di uno “ius soli temperato”: e’ italiano chi nasce in Italia e ha un forte legame con il nostro paese, legame basato su dati di fatto come avere i genitori da più anni residenti e una attestata frequenza della scuola dell’obbligo”.

In una metropoli come Roma l’integrazione è sempre più legata alla questione sociale più che alla mera gestione dei flussi migratori: come immagina a Roma un nuovo patto di cittadinanza per rinsaldare tra le persone il valore della convivenza e del senso civico?

“Con l’associazione italiano nato sto per fare una proposta concreta in questo senso al nuovo sindaco di Roma. Si tratta di un servizio per gli immigrati di seconda generazione che si chiamerà “Sportello 2g Roma“. Questo sportello fornirà informazioni e orientamento sul tema della cittadinanza, del lavoro e dello studio, attraverso un desk composto da giovani di origini italiane e straniere a costo zero, giacché si inserirà nell’ambito dell’ormai consolidato progetto informagiovani del comune di Roma. uno spazio nuovo dove poter discutere di cittadinanza, di identità, di equilibri tra più culture, del nostro presente e del nostro futuro. Allo sportello i giovani, potranno avere informazioni su come ottenere la cittadinanza, condividere esperienze e avere un appoggio per affrontare la singolare condizione di stranieri-italiani nell’ambito dell’accesso al lavoro, università e scuola. oltre allo sportello fisico, italiano nato si propone di creare anche uno sportello on-line così da raggiungere un maggior numero di utenti che potranno sottoporre quesiti ad avvocati esperti sul tema dell’immigrazione”.

Con la vostra azione quali problematiche più frequenti avete riscontrato si pongono come ostacolo all’integrazione?

“Il vero problema è soprattutto a livello burocratico più che a livello sociale. la difficoltà nel reperimento delle informazioni e nel completamento delle pratiche con la quale, coloro che vogliono acquisire la cittadinanza, si trovano a confrontarsi rallenta ancora di più il processo di integrazione”.

Come pensate che le scuole possano agire per rimuovere stereotipi e pregiudizi in tema di nuovi diritti e nuovi italiani?

“Le scuole dovrebbero proporre più occasioni di scambio e confronto tra le giovani generazioni dei nuovi italiani, perché solo conoscendo in modo approfondito l’altro si può capire fino in fondo quante poche differenze realmente ci siano”.

Andrea Titti