Monte Compatri, De Carolis attacca frontalmente il Partito Democratico locale

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Marco De Carolis
Marco De Carolis
Marco De Carolis Sindaco Monte Compatri

“Quando un partito non ha un’idea di città, può solo adottare la strategia della diffamazione. Macchina del fango che per gli esponenti della minoranza, in Consiglio comunale, si è fatta regola. L’ultima menzogna del Pd è raccontata per giustificare il non voto alla delibera per cambiare lo status di Monte Compatri. Serena Gara e Francesco Ferri hanno preferito alzarsi dai banchi dell’assemblea per schiaffeggiare l’intera comunità monticiana. Come? Dichiarando che il neo consigliere Ferri, entrato al posto del dimissionario Silvio Lavagnini, non era stato messo nelle condizioni di valutare il provvedimento sottoposto al voto dell’assise di palazzo Borghese”, dichiara il sindaco Marco De Carolis.

“Due precisazioni: la prima è che gli atti sono stati depositati, come sempre, nel rispetto dei tempi. Quando la surroga della new entry dell’aula consiliare non era stata ancora votata. Tradotto: Ferri non aveva, prima del Consiglio, alcun titolo per entrare in possesso dell’atto poi votato lo scorso 18 novembre. Sorge un dubbio: come mai la Gara, che ha delegato un suo collaboratore a ritirare – 24 ore prima – la deliberazione presso gli uffici comunali, non ha ritenuto opportuno fornirne una copia al suo compagno di partito? Forse i dem sono spaccati, come dimostra l’addio di Lavagnini?”, chiede il primo cittadino.

“Senza dimenticare – continua – che la delibera sullo status di città è lunga solo qualche pagina. E il consigliere Ferri, per leggerle, ha chiesto ben 120 minuti di sospensione dei lavori: due per leggere una deliberazione!”

“Come quello di screditare l’avversario attraverso manifesti diffamatori, accusando l’amministrazione di raccomandare cittadini per un posto di lavoro nel nuovo supermercato – a conduzione familiare – che aprirà a breve in città – spiega il sindaco compatrese –. Piccola parentesi sul centro anziani. La minoranza, abituata a fare accessi agli atti, potrebbe verificare che fino ad oggi la comunità non ha speso un euro per la struttura di Laghetto. Costi che sono a carico di una ditta privata”.

Mentre il progetto di un ascensore, per superare le barriere architettoniche di palazzo Borghese, è stato bocciato dalla soprintendenza: squallido speculare sulla disabilità. Ancora una volta i presunti democratici hanno perso un’occasione: quella di fare una proposta per la città. Puntando, invece, su veline per azionare la macchina del fango”, conclude De Carolis.