Mostra personale di Viviana Quattrini ad Ariccia

Inaugurazione della personale di Viviana Quattrini alla Locanda Martorelli di Ariccia sabato 19 ottobre. La mostra rimarrà aperta fino al 9 novembre.

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Diana nell'uccelliera

Il Museo della Locanda Martorelli il 19 ottobre 2019 ospita la mostra personale di Viviana Quattrini con una presentazione del prof. avv. Renato Mammucari e del prof. Giovanni Papi. L’inaugurazione della mostra è preceduta da un’introduzione al “Mito e culto di Diana Aricina” della dott.ssa archeologa Maria Cristina Vincenti che si terrà dalle ore 17 alle 18. Affascinata dalla natura romantica, sublime e “pittoresca” del Parco Chigi, legato in particolare alla memoria mitologica del culto di Diana e al suo “Bosco Sacro”, Viviana Quattrini propone una ricerca visiva dove elabora la fascinosa e multiforme personalità della dea con disegni, dipinti e piccole sculture dove natura e creazione convivono. Nelle opere in mostra l’artista presenta una lettura evocativa a più livelli che si articola in rappresentazioni in cui natura, mito e storia si intrecciano in visioni dinamiche e simboliste. Nei suoi dipinti il contesto paesaggistico del “Bosco Sacro” Aricino sarà suggerito e interferirà con le varie interpretazioni che nel tempo si sono susseguite su questa divinità. Tanto misteriosa quanto eteroclita, Diana è la dea amante della solitudine e regina delle selve è insieme una figura fuggevole e attraente, lunare e animalesca, che incarna la “natura incontaminata” misteriosa e selvaggia dei boschi. Su questo filo conduttore quella dell’artista è anche una riflessione sulla natura svelata nella sua innata bellezza e ferocia, sull’instabilità e la mutevolezza delle forme e sull’idea di rigenerazione. “La intensa produzione artistica di Viviana Quattrini va intesa come un mosaico che gioca, al pari di intrecci tra segni e sogni, che si uniscono e si compenetrano, essendo a ben vedere un tutto inscindibile, che tocca le corde della fabulazione scandenti quasi le fragili sequenze della vita di ognuno di noi; altro non sono che la materializzazione di quel senso di finito eppur di eterno che regola ogni cosa terrena, così come il bene e il male, l’umano e il divino scandiscono la vita di ogni essere vivente.”