Mostre in mostra al Palazzo delle Esposizioni di Roma

Si inizia con un remake dal 1978 con opere di Merz, Balla, de Pisis e Morandi Quella sera all’Oca, prima del rapimento Moro

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Musei che si “parlano”, che interagiscono nel nome di un intellettuale ancora troppo poco celebrato: Pier Paolo Pasolini. Celebrarlo in sé, ma pure nel “suo” tempo. Magari, con: “Mario Merz. Balla, Carrà, de Chirico, de Pisis, Morandi, Savinio, Severini. Roma 1978”, a cura di Daniela Lancioni, appena inaugurata al Palazzo delle Esposizioni di Roma, che ripropone l’evento culturale il cui taglio del nastro, alla famosa Galleria dell’Oca, avvenne la sera prima del rapimento di Aldo Moro, quando per l’Italia finì l’Età dell’innocenza.
Tanti gli aspetti che fanno dialogare questa mostra con quella di “Pier Paolo Pasolini-Tutto è santo”, allestita in simultanea, e tanti i rimandi che interessano anche le altre sedi dell’Azienda Speciale Palaexpo.

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La presenza di due tra i pittori maggiormente amati dall’intellettuale bolognese – de Pisis e Morandi – e il fatto che Pasolini fu tra quanti resero la Galleria dell’Oca uno dei luoghi mitici della stagione romana ne sono un esempio.
A Roma, la “messa a sistema” del Palazzo in via nazionale, delle Gallerie Nazionali di Arte Antica e del MAXXI (ma anche della GAM con i suoi quadri) consente allo spettatore di godere di visuali sempre nuove sull’intellettuale bolognese, nella prospettiva di una sola entità operativa.
Questa di Palazzo delle Esposizioni resterà visitabile fino al 26 febbraio 2023, e fa parte del ciclo “Mostre in mostra”, tesa a ricostruire alcune tra le più significative vicende espositive del panorama artistico della Capitale nel secondo Novecento. Un modo per creare dei “remake” delle mostre che furono, per studiare e valorizzare l’arte contemporanea attraverso gli eventi del passato.
Al tempo, accostare i lavori di Mario Merz a quelli dei principali pittori italiani del Novecento significò abbattere barriere stilistiche e ideologiche. Oggi, lo stesso accostamento è segno del nostro genderless. Al tempo, il fil rouge fu la qualità delle opere, frutto di contaminazioni tra arte concettuale e tradizione; oggi, è il ragionare su alcuni snodi della cultura recente, che odia le “compartimentazioni”.
Le tre opere di Merz, esposte nel 1978 all’Oca, sono al Palazzo delle Esposizioni assieme a un’altra, perché, assieme, questi lavori rappresentano una sintesi dei temi e dei tratti essenziali dell’artista milanese: i neon, la sequenza di Fibonacci, l’igloo, il dipinto su tela non intelaiato. Di Balla, de Chirico, de Pisis, Morandi e degli altri, invece, sono esposte opere rintracciate e anche alcune sostituite da altre, affini per qualità e datazione.
Intanto, sempre fino al 26 febbraio 2023, c’è tempo per vedere: “Pier Paolo Pasolini. Tutto è santo”, a cura di: Michele Di Monte, Giulia Ferracci, Giuseppe Garrera, Flaminia Gennari Santori, Hou Hanru, Cesare Pietroiusti, Bartolomeo Pietromarchi, Clara Tosi Pamphili. Un evento che intreccia discipline, media, opere originali e documenti di archivio, secondo tre direttrici autonome (specifiche per ogni sede), concepite per potersi integrare e sollecitare riflessioni inedite sulla produzione dell’intellettuale e sull’influenza che ancora esercita.
Voluta per il centenario della nascita, è articolato in sette sezioni e presenta solo materiali originali: oltre 700 pezzi, tra fotografie vintage, giornali dell’epoca, prime edizioni di libri, dischi e oltre 100, strabilianti abiti di scena.
Tutto, per evidenziare un Pasolini “contro” da sempre. Attraverso la sua opera, infatti, appare il miracolo della diversità dei volti e di un pensare anarchico; la sacralità del femminile, delle negritudini, del Sud visto come alterità; il suo amore per i dialetti e per il popolo; la centralità della povertà come dimensione umana reale in contrasto al consumismo.
La Rotonda del Palazzo si trasforma, per l’occasione, in una grande sala-lettura, con i libri più noti di e su Pasolini, liberamente fruibili dal pubblico (così, com’è fruibile quella meraviglia di vinile con le “canzonette” scritte e amate da lui).
Nel programma delle “Mostre in mostra” rientra anche il database “Mostre a Roma 1970-1989” che permette di accedere liberamente ai dati e ai materiali sugli allestimenti in gallerie, spazi pubblici o “altri”, che si sono svolte a Roma fra gli anni ‘70-‘80: https://mostrearoma1970-1989.palazzoesposizioni.it
Info: www.palazzoesposizioni.it.

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