Mucciaccio, “ecco perchè vincerà il Sì”

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quesitoreferendario4dicembre
Quesito referendario 4 dicembre 2016
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Quesito referendario 4 dicembre 2016

Riceviamo e pubblichiamo una nota inerente il prossimo referendum confermativo sulla Riforma Costituzionale Renzi/Boschi che si svolgerà il prossimo 4 dicembre da parte dell’ex consigliere comunale di Grottaferrata Vincenzo Mucciaccio:

“Solo per dirti di no

Così, in queste quattro parole, potrebbe essere racchiusa la motivazione per la quale il prossimo Referendum Costituzionale Confermativo, vedrà la sconfitta del fronte del NO – inizia così la nota di Vincenzo Mucciaccio. La vita è piena di sì e di no, di sì sprecati e di no taciuti, di sì sussurrati e di no detti senza convinzione. Ed in questa lunga campagna referendaria, a mio avviso, il fronte del NO, nel motivare le sue ragioni ha svolto un ragionamento composto: da un verso, da alcuni esponenti elitari, di contenuto giuridico, mettendo in evidenza quelli che sono gli aspetti che cambierebbero la natura del nostro sistema democratico; e, dall’altra parte, da un Centro Destra e Movimento 5 Stelle che hanno fatto solo una sterile propaganda senza centrare il fenomeno e dare lo stimolo giusto agli elettori, se non per un No a Renzi. Così, chi andrà a votare, tra i sostenitori del No, saranno quelli che avranno veramente delle motivazioni forti, e sono pochi. Cioè chi ha letto e studiato bene tutta la riforma proposta, e chi sarà spinto da un No “di pancia” contro il Governo.  Perchè, se si crede che il 4 dicembre una massa enorme di cittadini uscirà di casa per liberarsi di Renzi, beh, credo che non sarà così. Questo, anche vista l’astuta mossa del premier, tesa a far capire che, indipendentemente dall’esito del voto, lui rimarrà in sella, demotivando buona parte di quelli che avrebbe votato per il NO, spersonalizzandola da una sua caduta o meno. Inoltre, se si pensa che il “Paese reale” abbia veramente capito cosa davvero comporterà la riforma, si fa un errore, perchè solo una minoranza , tra giuristi e cittadini, hanno veramente letto e compreso la riforma per intero. Molto legato anche a forti interessi politici ed economici, più immediato, diretto ed inconscio lo slogan del SI, come il risparmio sui costi della politica, il superamento del bicameralismo paritario, la diminuzione del numero dei parlamentari, etc, etc, che spingerà gran parte degli elettore pro SI a recarsi alle urne. Quanti di quelli che tendono verso il No andranno invece a votare? Pensate davvero che un benzinaio o un artigiano si precipiterà a votare NO, per far fuori Renzi, anche sapendo che comunque rimane, o per difendere la Costituzione? Pensate sul serio che i giovani, anche se dall’età portati alla contestazione verso il sistema e le regole, andranno in massa a votare NO? Essere giovani significa, spesso, dire no a tutto. Essere vecchi è imparare a dire di si o di no – continua così l’ex consigliere comunale di Grottaferrata. Sono le “due parole più brevi e più antiche, Sì e No, sono quelle che richiedono maggior riflessione”, diceva Pitagora, e troppo evanescente e motivazionale è stata condotta la campagna per il NO per aver successo. Questo anche perchè Il quesito referendario in un unico Sì è stata una bella furbata per mettere confusione e sullo stesso piano quesiti profondamente diversi, come la questione del Senato (peggiorativa rispetto all’attuale) a quella futile e condivisibile sul Cnel. Senato, che sarà composto verosimilmente non da chi ha esperienza ed incarichi in Regione, come i Presidenti dei Consigli Regionali o chi ha deleghe, ma da normali consiglieri senza incarico oltre a qualche sparuto sindaco. Si rivede il Titolo V, nella sua seconda parte, senza fare i conti fra Regioni ordinarie e quelle a statuto speciale ( dov’è la logica? ). Si tolgono definitivamente dalla Costituzione le Provincie, quando si è visto quanto siano inutili e dannose le Città Metropolitane che le sostituiscono; semmai andavano rese autonome le Province e levate le Regioni. E, per dirla tutta, a mio avviso, l’interesse vero che si cela dietro questo Referendum, sono gli interessi economici nascosti nei punti del Titolo V, portando di nuovo al Governo moltissimi temi, tra cui la Sanità, la Produzione, i Trasporti e la Distribuzione dell’ Energia; le Infrastrutture strategiche, i Porti, gli Aeroporti e le grandi Reti di Comunicazione… Insomma, il grosso dei motivi di questo Referendum, secondo me, è qui; anche perchè i costi della Politica rimangono quasi del tutto invariati, nonostante il quasi azzeramento del Senato, sia numerico che qualitativo. Per il resto, la classe politica rimarrà sempre la stessa, con i difetti che conosciamo bene. In caso di vittoria del No, non è vero che cadrà il Governo perchè devono prima mettere mano alla Legge elettorale: nessuno, in Parlamento, avrà intenzione di andare a casa, e Renzi vorrà arrivare alle prossime elezioni con una Legge elettorale con la quale avrà più presupposti per poter vincere. I NO, devo essere meglio sentiti e percepiti. E così non è stato fatto – conclude così Mucciaccio. Un no, solitamente, è più imbarazzante e difficile da spiegare e deve essere ben compreso; un sì, non voluto ma in grado di risolvere rapidamente il dramma del dover decidere, è cosa più facile. Solo per dirti di no è una bella canzone, ma non basta”.