Nadia Carbone, quando la passione per l’arte non ha fine

Dal cinema al teatro fino alla direzione artistica, ora in tournee con Il Pianoforte che Dipinge

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Nadia Carbone, pugliese nel sangue e romana d’adozione, ha iniziato gli studi del teatro di prosa nel 2003 continuando il suo percorso di studio all’Accademia del Cinema e dello Spettacolo di Lecce fino al 2006.
Dopo varie esperienze televisive in fiction come Il giudice Mastrangelo 2 e Mogli a pezzi,
nel 2008 inizia la sua carriera come protagonista in cortometraggi e negli stessi anni anche di numerosi spot televisivi. Deve molto del suo talento al suo mentore, Carlo Orichuia, Direttore Rai dal 1970 al 2007, per lei un maestro. Nel 2012 avviene il suo debutto al cinema con il film Taglionetto cui seguono Nero infinito-Endless dark e Outing-Fidnzati per sbaglio. Attualmente è impegnata nella direzione artistica dello spettacolo Il Pianoforte che  dipinge e noi di Meta Magazine l’ abbiamo incontrata per saperne di più su questo originale spettacolo teatrale.
La tua passione per il teatro inizia da giovanissima. Un mondo affascinante ma anche complesso. C’e stato un momento della tua carriera in cui hai pensato di cambiare percorso? 
Spesso penso che cambiare campo possa essere la soluzione piu’ semplice ma ogni volta trovo nuovi stimoli per continuare, spinta sempre da una grande passione. Credo sia meglio seguire i propri sogni con sacrificio piuttosto che vivere una vita che non ci appartiene.
Dal teatro al cinema il passo e’ breve. In quale contesto si esprime meglio il tuo talento?
Il teatro ha segnato i miei inizi e la mia preparazione tecnica. Il cinema e’ quella realta’ che riesce a tirare fuori le mie varie personalita’, ogni attore ama vestire panni differenti dai propri, e’ il bello del nostro mestiere. Sono convinta che per fare cinema sia indispensabile avere una preparazione teatrale e che l’ arte in generale faccia parte di me. Mi piace reinventarmi in ogni suo campo, anche come presentatrice e direttrice artistica, un percorso che sto portando avanti proprio in questi ultimi anni.
Tra le varie esperienze artistiche ne hai una che ti e’ rimasta particolarmente nel cuore?
Tutte a loro modo hanno lasciato un segno dentro di me. Ogni esperienza professionale mi ha insegnato qualcosa. Ricordo ad esempio la grande emozione di aver gareggiato in concorso per il David di Donatello con il Cortometraggio Malamore, di cui ero protagonista, con il quale l’anno successivo, nel 2016, abbiamo vinto il Premio Camomilla.
Carlo Orichuia e’ stato uno dei tuoi maestri. Che ricordo hai di lui?
Un ricordo di un uomo nobile, di una persona pacata, buona, un maestro di vita e di arte. E’ stato lui ha spronarmi ad iniziare il percorso di organizzazione di eventi e show televisivi. Mi ha seguito, ad esempio, nella scrittura del primo Gran Gala’ della Cultura- il secondo, dopo la sua morte, ho scelto di dedicarlo a lui-.
In questo momento ti stai dedicando allo spettacolo teatrale Il Pianoforte che Dipinge, una rappresentazione musicale di cui sei direttrice artistica. Come e’ nato questo progetto?
Lo spettacolo e’ nato da un’idea del Maestro Francesco Maria Mancarella, assieme al quale ho messo in piedi la rappresentazione. Ho creduto fin da subito in questo progetto perche’ e’ innovativo, diverso dagli altri. Questi ragazzi hanno creato un vero pianoforte che suona e dipinge contemporaneamente, qualcosa di incredibile che nessuno aveva mai fatto prima. Siamo gli unici in Italia e nel mondo a portare sul palco giovani artisti, capaci e talentuosi, con uno strumento unico nel suo genere. Dare spazio a loro sta dando molto anche a me. Vorrei poter portare Il Pianoforte che Dipinge in una lunga tournee nei vari teatri italiani.