Nicoletta Aliberti ci parla di autismi

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Coloriamo di blu
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In occasione del mese dedicato alla consapevolezza sull’autismo Meta Magazine intervista la Dottoressa Nicoletta Aliberti, responsabile Neuropsichiatria infantile del Gruppo Sanitario INI (Istituto Neurotraumatologico Italiano) che è anche responsabile del Servizio semiresidenziale per il Trattamento precoce dell’Autismo presso il Centro Villa Alba di Veroli, servizio nato dalla collaborazione tra pubblico, Asl di Frosinone e privato.

Il mese di aprile è dedicato alla consapevolezza sull’autismo. Ci può illustrare le iniziative che si terranno su questo tema?

“Recenti studi dimostrano come negli ultimi 10 anni sono aumentati i casi di Autismo. Da qui la conseguente necessità di individuare percorsi di cura per sostenere i complessi bisogni di questo disturbo del neurosviluppo. Le caratteristiche di questo disturbo e il forte impatto che ha sul percorso di crescita del bambino e sulla qualità di vita non solo sua, ma dell’intero nucleo familiare, è così grande da richiedere sia l’attivazione di percorsi cura precoci e intensivi – che devono essere fatti da medici specializzati – sia il coinvolgimento attivo, consapevole e partecipato dei genitori, fratelli, insegnanti e coetanei . In poche parole bisogna fare “una alleanza terapeutica”. A questo proposito gruppo INI-VILLA ALBA nel mese dedicato all’Autismo , ha organizzato una serie di iniziative che spaziano dai convegni ai concerti dove ad esibirsi sono sia i pazienti che gli operatori. Ma anche laboratori tematici come ad esempio la lego-terapy.

L’autismo si dice sia una malattia difficilmente diagnosticabile: ci sono dei metodi di prevenzione che ne anticipano la diagnosi?

“Già a partire dal secondo anno di vita si può effettuare un inquadramento diagnostico attraverso l’utilizzo di strumenti mirati. Inoltre esistono dei questionari che i genitori possono compilare autonomamente e che consentono di capire il rischio di diagnosi del disturbo dello spettro autistico, entro il 18° mese di vita”;

Una volta diagnosticata come è possibile trattare il paziente e quali i metodi secondo lei che ne permettono una migliore qualità di vita soprattutto nell’inserimento nell’ambito in cui il paziente vive? (scuola, famiglia, rapporto con i suoi coetanei)

“La rilevazione del rischio evolutivo ovvero la individuazione di sintomi correlati alla diagnosi di Disturbo dello spettro autistico orienta verso percorsi di abilitazione e riabilitazione precoci e integrati che identificano punti di forza nell’alleanza e nella partecipazione attiva di tutti gli ambienti di vita del bambino con disturbo dello spettro autistico. L’intervento precoce, che a livello metodologico si allinei con le indicazioni delle linee guida nazionali e internazionali, diviene lo strumento che indirizza il processo evolutivo del bambino verso una modifica del sintomatologia di base, ai fini della riduzione dell’interferenza del disturbo sulle traiettorie evolutive. Non esiste una cura per i disturbi dello spetro autistico , ma il trattamento precoce, supportato da programmi scolastici, dal coinvolgimento attivo della famiglia e dei sistemi di vita e da cure mediche mirate a specifici sintomi, correlati ai disturbi dello spettro autistico, possono ridurre i sintomi ASD e aumentare la capacità del bambino di crescere e di imparare nuove abilità, identificando la famiglia come luogo privilegiato per la crescita comunicativo-sociale del bambino. Partendo da tali considerazione , presso il Centro di riabilitazione territoriale ambulatoriale e semiresidenziale Villa Alba di Veroli- Accreditato con la Regione Lazio, è attivo un innovativo e unico modello di integrazione tra pubblico e privato accreditato, che ha consentito di offrire sul territorio, la possibilità di interventi precoci e integrati, che accompagnano le tappe dello sviluppo e i cicli di vita del bambino nell’INFANZIA , ADOLESCENZA , GIOVANE ADULTO E ADULTO NEI DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO e delle disabilità complesse. L’approccio abilitativo e riabilitativo impiegato, integra i vari modelli di intervento attraverso un lavoro costantemente attento al processo evolutivo del singolo paziente e a supporto dell’emergenza di competenze comunicative, relazionali, simboliche e adattive (AUTONOMIA PERSONALE E SOCIALE) in una cornice terapeutica di tipo INTERATTIVO di gruppo alternato d attività individuali , e attraverso l’Integrazione del TRATTAMENTO NEURO-EVOLUTIVO al TRATTAMENTO COGNITIVO COMPORTAMENTALE come un insieme di strategie e di metodologie da utilizzare a seconda del bisogno individuale e da rapportarsi sempre ad un approccio evolutivo di base, all’attenta analisi dei bisogni del bambino e al costante supporto e partecipazione dei sistemi famigliari e dei contesti di vita . tappe del processo terapeutico sono: Intervento in regime semiresidenziale in sedute individuali e di gruppo, gruppi di aiuto alla genitorialità, partecipazione alle attività riabilitative dei genitori e di insegnanti al fine di garantire la condivisione dei modelli di intervento a tutti gli ambiti di vita del bambino,supporto alla relazione con i fratelli per sostenere modelli ludici e di comunicazione efficaci e funzionali. Tale approccio accompagna il paziente anche nei successivi cicli della vita favorendo il mantenimento delle competenze acquisite in fase riabilitativa precedente ed espansione delle competenze correlate alle autonomie personali, sociali , domestiche e supporto alla eventuale specializzazioni per eventuali esperienze extra terapeutiche ( laboratori cucina, orto manipolazione sensoriale, arte ). Il gruppo di lavoro è costituito da un’equipe multispecialistica che monitora il processo evolutivo e gli esiti del trattamento attraverso una attenta e continua valutazione delle aree di funzionamneto comunicative, sociali, affettive e ludico-simboliche . Principi ispiratori sono la consapevolezza che attraverso azioni sinergiche tra pubblico , privato accreditato, scuola e contesti di vita si possa rispondere al meglio alle complesse problematiche assistenziali dei soggetti autistici”;

Ci può raccontare delle storie esemplificative a riguardo?

“Oggi non parliamo più di autismo, ma di autismi e di quadri clinici di varia gravità. Ogni bambino con la sua famiglia ha un percorso ed una storia unica e irripetibile fatta della faticosa ricerca del spazio, del tempo e del modo per ridisegnare un nuovo progetto di vita che, seppur nell’autismo, restituisca la dignità e la gioia della genitorialità; il coraggio e la straordinaria tenacia di essere bambino , adolescente e adulto in un mondo estraneo e difficile da comprendere. Ogni genitore e ogni bambino ci racconta il faticoso e doloroso cammino verso la ricerca del proprio mondo interno e delle risorse personali per la gestione autonoma del mondo di relazioni”;

Spesso i centri di eccellenza in materie come l’autismo e non solo sono situati fuori dalle grandi città: secondo lei è solo una coincidenza oppure la logistica di simili strutture richiede delle particolari specificità?

“No, non è una coincidenza. Il contesto in cui si lavora è fondamentale. La lontananza da aree caotiche come le grandi città aiuta sicuramente nel percorso riabilitativo”.