Non dimentichiamoci dei bambini

I bambini sono la categoria meno protetta e più fragile in questa crisi, stiamogli vicino dice il Prof. Luca Andreassi in Zona Mista

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Dentro di me

Leonardo ha 9 anni. E’ mio figlio. E ieri, mandando come ogni giorno i suoi compiti alla maestra, mi sono imbattuto in questo “Dentro di me”.

Sono stato felice di leggere che sia sereno, nonostante le costrizioni di questo periodo. Ma fa male leggere che i suoi desideri più forti, riabbracciare i suoi amici e tornare a fare sport insieme agli altri, non possano ancora realizzarsi.

Mi fa anche molto male leggere che gli manchi tanto il nonno e voglia andare a trovarlo al cimitero. Manca tanto anche a me. Ma questa è, purtroppo, un’altra storia.

Guardare al futuro. Si può e si deve. Ma come possiamo parlare di ripartenza e futuro, senza menzionare i bambini?

I bambini sono il futuro. Eppure, sono tra le categorie meno nominate, nonostante siano tra quelle più fragili. Non possiamo continuare a dimenticarcene.

Bambini messi all’ultimo posto in ogni discussione, considerati dei potenziali untori, messi alla stessa stregua degli adulti. Come se avessero la stessa capacità di comprendere le motivazioni della reclusione.

C’è un’indagine che dice che a Roma il 61% dei bambini non ha svolto neanche una lezione on line da quando si sono chiuse le scuole.

Ed i centri estivi? Ricorderete certamente la prosopopea con cui Locatelli, Presidente del CSS e uno dei guru di questo Governo, disse “i centri estivi scordateveli”. E se, forse, oggi non ce li scordiamo e stiamo ancora discutendo le condizioni per poterli aprire in sicurezza è per la tenacia di un Ministro, di una buona politica e di tante associazioni di genitori che hanno scelto di non mettere i propri figli all’ultimo posto.

Ecco. Questo Noi adulti dobbiamo fare. Abbiamo il dovere di trovare soluzioni idonee affinché loro possano continuare a fare i bambini. Dobbiamo riflettere su come poter restituire il loro mondo e la loro età, per poi agire. A cominciare dalla scuola, dove occorre che possano tornare tutti, il prima possibile. Perché la didattica a distanza non può soddisfare i bisogni sociali ed emotivi dei nostri bambini. Perché questa situazione ha aumentato il gap tra i bambini, a sfavore ovviamente di queli provenienti da famiglie svantaggiate, sotto un profilo economico, affettivo e sociale.

Ascoltiamo i nostri i bambini. Lasciamoli esprimere le emozioni e aiutiamoli a comprendere ciò che provano, rispondendo alle loro domande in modo onesto ma rassicurante. Insegnando ad avere comportamenti responsabili e spiegandogliene l’importanza, senza sminuire né drammatizzare. Spiegando che, a volte, succedono cose che richiedono tempo per essere risolte, ma che ce la stiamo mettendo tutta perché ciò accada prima possibile

I bambini hanno mille risorse e riescono a superare anche le cose più spaventose. A patto che non si sentano soli nell’affrontare le proprie paure.

Ecco. Non lasciamoli soli.

P.S. Grazie a Danila Tioli, psicoterapeuta dell’età evolutiva per i consigli che hanno contribuito a rendere sereni Emma e Leonardo in questo periodo. E hanno messo me in grado di scrivere questo pezzo.