Ndrangheta, operazione Gioia Tauro ai Castelli

In corso tra Rocca di Papa e Gioia Tauro una vasta operazione della Polizia di Stato contro la Ndrangheta ed i suoi patrimoni

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Polizia di Stato
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Dalle prime ore di questa mattina è in corso un’operazione di polizia giudiziaria della Squadra Mobile di Roma coordinata dalla locale Procura Distrettuale Antimafia che svela la penetrazione della ‘ndrangheta in importanti strutture ricettive a Rocca di Papa.

Agenti della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile stanno eseguendo un ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma a carico di tre soggetti legati alla pericolosa cosca MOLÈ di Gioia Tauro (RC) in quanto responsabili di intestazione fittizia di beni, trasferimento fraudolento di valori in concorso, finalizzato ad eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali.

Contestualmente viene data esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo di beni, società, ditte ed immobili, situati a Rocca di Papa e Gioia Tauro per un valore di circa 4 milioni di euro.

I particolari saranno illustrati dal Procuratore Aggiunto DDA Dott. Prestipino in un incontro con la stampa che avverrà alle ore 12.00, negli uffici della Procura della Repubblica.

OPERAZIONE “GIOIA TAURO AI CASTELLI”

h.13:00 – ROMA: NDRANGHETA: INDIVIDUATI E COLPITI GLI INTERESSI DELLA COSCA MOLÈ A ROMA

 POLIZIA DI STATO SEQUESTRA LA STRUTTURA RICETTIVA “IL REDENTORE” E ALTRI BENI E IMMOBILI TRA ROCCA DI PAPA E GIOIA TAURO. ARRESTATO IL TITOLARE E I PRESTANOME.

Nel corso della mattinata odierna personale della Squadra Mobile di Roma ha eseguito un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali e il decreto di sequestro preventivo emesso dal GIP del Tribunale di Roma, su richiesta della locale D.D.A., a carico di:

1)    COSOLETO Agostino, nato a Oppido Mamertina (RC) il 10.11.1961;

2)    COSOLETO Francesco, nato a Cinquefrondi (RC) il 22.04.1986;

3)    MAZZAFERRO Teodoro, nato a Gioia Tauro (RC) il 01.06.1956,

destinatari di custodia cautelare in carcere

4)    LUPPINO Maria, nata Taurianiva (RC) il 04.03.1969;

destinataria della misura degli arresti domiciliari,

in quanto responsabili, a vario titolo, di trasferimento fraudolento di valori in concorso, finalizzato ad eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali.

Nel medesimo procedimento risulta indagata anche MOLÈ Maria Teresa cl. ‘90.

È stato altresì disposto, ed eseguito, nei confronti degli indagati, il sequestro preventivo dei seguenti beni:

  • quote della società “Il Casale s.r.l.s.”, con sede in Rocca di Papa alla via Frascati nr. 177;
  • ditta individuale “Il Redentore” di Luppino Maria, con sede in Rocca di Papa alla via Frascati nr. 175,

con tutti gli elementi presenti nel patrimonio aziendale (crediti, articoli risultanti dall’inventario, beni strumentali, denominazione aziendale, avviamento, beni nella disponibilità a qualsiasi titolo, conti correnti, autorizzazioni all’esercizio dell’attività commerciale);

  appartamento e garage di pertinenza;

–  2 porzioni immobiliari, allo stato rustico, in corso di costruzione;

–  lastrico solare,

Il valore dei beni che verranno sottoposti a sequestro ammonta a circa 4 milioni di euro.

Gli odierni provvedimenti cautelari rappresentano la sintesi di un’articolata indagine dalla Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Roma, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, che ha consentito di delineare e ricostruire una serie di interposizioni fittizie di beni direttamente riconducibili a COSOLETO Agostino, realizzate in concorso con il figlio Francesco, la moglie LUPPINO Maria, il cognato MAZZAFERRO Teodoro e la nuora MOLÈ Maria Teresa.

L’attività operativa è stata concentrata sulla ricostruzione e l’analisi delle circostanze che hanno caratterizzato l’ascesa imprenditoriale di COSOLETO Agostino, nonostante le esigue capacità reddituali ufficialmente dichiarate, attraverso acquisizioni d’impresa e operazioni finanziarie realizzate nel territorio della capitale.

COSOLETO Agostino, pregiudicato, è un personaggio noto per essere legato, da sempre, alla ‘ndrangheta operante nel cd. mandamento tirrenico, ossia nella fascia tirrenica della provincia di Reggio Calabria.

Innanzitutto, ha legami di sangue con l’articolazione della ‘ndrangheta operante a Castellace di Oppido Mamertina (RC), in quanto sua madre, MAMMOLITI Domenica cl. ‘29, era la sorella di MAMMOLITI Saverio, detto Saro, cl. ‘42, per anni capo indiscusso dell’omonima cosca federata ai PIROMALLI.

COSOLETO Agostino vanta, altresì, tramite il figlio Francesco, anche un rapporto di affinità con la blasonata ‘ndrina dei MOLÈ di Gioia Tauro (RC), storicamente alleata, fino al 2008, alla cosca PIROMALLI, egemone sull’intero mandamento tirrenico.

Francesco COSOLETO, infatti, è coniugato con MOLÈ Maria Teresa, figlia del boss MOLÈ Rocco cl. 65, reggente della cosca fino al 1° febbraio 2008, data in cui è stato ucciso e che ha segnato un passaggio chiave per le dinamiche e gli equilibri della ‘ndrangheta della Piana.

I rapporti tra COSOLETO Agostino e la cosca MOLÈ – PIROMALLI risalgono a un’epoca antecedente al matrimonio tra il figlio Francesco e MOLÈ Maria Teresa.

Infatti, la sentenza di condanna emessa nei suoi confronti dal Tribunale di Palmi nel 2012, per una vicenda di interposizione fittizia analoga a quelle oggetto dell’odierno provvedimento restrittivo, ha riconosciuto l’aggravante dell’aver agito con la preminente finalità di agevolare la cosca MOLÈ.

In particolare, l’organo giudicante, riconosce al COSOLETO il ruolo di imprenditore di riferimento per la suddetta cosca fin dagli anni ’80, analizzando altresì le ragioni che lo avevano indotto a ricorrere al meccanismo delle intestazioni fittizie al fine di scongiurare provvedimenti ablatori ai suoi danni.

È infatti del 2001 il decreto del Tribunale di Reggio Calabria – Sezione Misure di Prevenzione che infligge all’odierno indagato la Sorveglianza Speciale con obbligo di soggiorno e il sequestro del patrimonio immobiliare allo stesso riconducibile.

Vincoli di parentela sussistono anche con MAZZAFERRO Teodoro cl. ’56, appartenente all’omonima famiglia attiva nella zona di Gioia Tauro–da sempre legata al clan dei PIROMALLI e ai MAMMOLITI, anche in virtù di legami di affinità – in quanto nipote diretto dei più noti Teodoro cl. ’38 e Girolamo cl. ’35, esponenti di primo piano della ‘ndrangheta tirrenica.

COSOLETO Agostino, infatti, è fratello di Maria Catena, moglie di MAZZAFERRO Teodoro cl. ’56.

In passato, la famiglia COSOLETO era stata già coinvolta in reati di associazione a delinquere di stampo mafioso. In particolare, Agostino e il figlio Francesco furono arrestati, nel dicembre del 2009, nell’ambito operazione “Maestro” della Procura Distrettuale di Reggio Calabria, in quanto appartenenti alla cosca MOLÈ. Per tale vicenda giudiziaria COSOLETO Agostino, condannato in primo grado con giudizio abbreviato, fu assolto in appello, mentre Francesco, giudicato con rito ordinario, venne assolto dal Tribunale di Palmi.

Successivamente alla loro scarcerazione, i COSOLETO decisero di allontanarsi da Gioia Tauro trasferendo i loro interessi economici nella zona dei Castelli Romani, perfettamente in linea con le strategia di quell’epoca dei MOLÈ.

L’omicidio di Rocco MOLÈ, infatti, segna l’inizio di un progressivo spostamento dei canali di reinvestimento della ‘ndrina verso il Lazio.

Il compendio dell’attività svolta, corroborata da intercettazioni, accertamenti anche bancari e dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, ha consentito di dimostrare che COSOLETO Agostino sì è avvalso del figlio Francesco per schermare la proprietà e piena disponibilità della società “il Casale s.r.l.s.”, al fine di sottrarla a possibili aggressioni da parte dell’Autorità Giudiziaria.

Nel febbraio del 2015 Agostino COSOLETO, insediatosi stabilmente nel territorio dei Castelli Romani insieme a tutta la famiglia, intraprende l’attività di ristorazione, che verrà intestata formalmente alla società “il Casale s.r.l.s.”, di cui il figlio Francesco è risultato essere socio e amministratore unico.

Agostino, tramite l’intermediazione del cognato Teodoro MAZZAFERRO cl.56, ottiene, attraverso un contratto di comodato di azienda commerciale, la conduzione di un’attività di ristorazione e bed & breakfast ubicata a Rocca di Papa (RM) in via di Frascati 175/177.

Nello specifico, COSOLETO Francesco stipula un contratto con la società “la regina del bosco srl” in forza del quale acquisiva la disponibilità di una struttura ricettizia – composta da hotel e ristorante – avente la stessa denominazione.

Tale struttura, a seguito di ristrutturazione, è stata poi inaugurata a maggio del 2015 con il nome di “ristorante albergo il redentore”.

Evidenti le anomalie riscontrate nel contratto di comodato, atteso che la disponibilità dell’intera struttura è stata concessa per dodici anni senza la previsione di alcun corrispettivo. Per di più, l’immobile oggetto del contratto era sottoposto a sequestro preventivo.

Infatti, da febbraio 2008 la società “la regina del bosco srl” era, ed è tutt’ora, sotto sequestro preventivo, unitamente all’immobile adibito ad albergo e ristorante attualmente gestito dai COSOLETO. Il provvedimento era stato adottato nell’ambito di un procedimento, allo stato pendente in fase dibattimentale presso il Tribunale di Roma, a carico di soggetti indagati per i reati di usura ed estorsione, trasferimento fraudolento di valori e riciclaggio.

Numerose sono le conversazioni captate tra i protagonisti della vicenda dalle quali emerge chiaramente che COSOLETO Agostino è il dominus dell’operazione e l’effettivo titolare e gestore della società “il Casale”, mentre il figlio Francesco è risultato un mero dipendente, in tutto subordinato alle direttive del padre.

Tra l’altro, nell’intera vicenda COSOLETO Agostino ha operato in maniera analoga a pregresse esperienze imprenditoriali, ossia utilizzando l’escamotage di figurare quale dipendente della società al fine di giustificare la sua presenza nei locali aziendali.

Successivamente, nell’estate del 2017, al fine di scongiurare il sequestro del compendio aziendale di cui i COSOLETO hanno a tutt’oggi la disponibilità, Agostino costituisce la ditta individuale “il redentore di luppino maria”, intestata formalmente, ma anche in questo caso fittiziamente, alla moglie.

A seguito di tale costituzione, COSOLETO Francesco – quale rappresentante della società “il Casale s.r.l.s.” – cede e trasferisce alla madre, LUPPINO Maria, quale titolare della ditta individuale “il redentore”, il contratto di comodato gratuito di azienda in forza del quale aveva precedentemente ottenuto beni dalla “regina del bosco s.r.l.”.

Anche questa operazione commerciale è stata opera di COSOLETO Agostino, titolare di fatto e gestore dell’impresa individuale “il redentore”.

La conferma proviene dagli accertamenti svolti in merito alle effettive capacità economiche della LUPPINO, la quale è sostanzialmente priva di redditi.

Dall’attività svolta è altresì emerso che COSOLETO Francesco è stato coinvolto, quale intestatario fittizio, in altre due ipotesi di interposizioni fittizie relative a immobili ubicati a Gioia Tauro (RC) in via Nazionale 18 nr. 178, apparentemente ceduti a lui e a sua moglie, MOLÈ Maria Teresa, dallo zio MAZZAFERRO Teodoro.

Gli elementi raccolti nel corso delle indagini attestano che anche in questo caso le intestazioni di tali immobili sono state pianificate e coordinate da COSOLETO Agostino nell’interesse del cognato MAZZAFERRO Teodoro, al fine di prevenire un sequestro di prevenzione ai danni di quest’ultimo.

A luglio 2015, infatti, i predetti hanno stipulato un contratto di compravendita in forza del quale hanno acquistato da MAZZAFERRO Teodoro, rappresentato da COSOLETO Agostino, la proprietà di una serie di immobili facenti parte di un fabbricato sito nel Comune di Gioia Tauro alla via Nazionale 18 nr. 178.

L’approfondita analisi degli accertamenti relativi ai redditi di COSOLETO Francesco e MOLÈ Maria Teresa, comparata con quelli effettuati presso le banche, hanno evidenziato la palese natura fittizia dell’operazione commerciale.

Nello specifico, i corrispettivi corrisposti a mezzo di assegni bancari sono risultati non corrispondenti agli importi dei titoli di pagamento indicati nell’atto di compravendita.

ASTORRE (Pd): “GRAZIE ALLA DDA DI ROMA PER OPERAZIONE GIOIA TAURO”

“Voglio ringraziare la Dda della Procura di Roma per aver coordinato l’indagine “Gioia Tauro ai Castelli” che ha portato all’arresto di tre persone e al sequestro di beni, società e immobili per il valore di circa 4milioni di euro. Il lavoro della Direzione Distrettuale Antimafia, coordinato dal procuratore aggiunto Michele Prestipino, ha assestato un duro colpo al clan Molè, originario di Gioia Tauro e arrivato fino ai Castelli, in particolare a Rocca di Papa. I nostri territori, purtroppo, non sono nuovi a infiltrazioni della criminalità organizzata, anche per questo è necessario non abbassare mai la guardia e sostenere le Forze dell’Ordine che, con la loro presenza costante e il lavoro serio e puntuale, costituiscono un punto fermo nella lotta all’illegalità e al malaffare”. È quanto afferma in una nota il Senatore del Partito Democratico, Bruno Astorre.

‘NDRANGHETA: DESSI’ (M5S): SUBITO COMITATO ORDINE E SICUREZZA

“La maxioperazione che ha portato ieri a sequestri di denaro e arresti di persone vicine al clan Molè ai Castelli Romani suscita sconcerto e preoccupazione”. Lo dichiara in una nota Emanuele Dessì, senatore del MoVimento 5 Stelle. “Nel complimentarci con la procura e le forze dell’ordine – prosegue Dessì – constatiamo come la ‘ndrangheta abbia ormai raggiunto anche la zona dei Castelli Romani, investendo nel settore turistico per ripulire i soldi illeciti. Non si tratta purtroppo di un caso isolato: la presenza delle mafie – Cosa Nostra, camorra, ‘ndrangheta – è una realtà in diverse zone della provincia di Roma, dal litorale sud ai Castelli. L’economia del territorio subisce i danni dell’inquinamento portato dai soldi dei clan. A tal proposito, chiedo al prefetto di Roma di convocare al più presto una riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza al fine di coordinare l’azione di forze dell’ordine ed enti locali per contrastare questo fenomeno. Allo stesso modo – conclude Dessì – presenterò un’interrogazione al Ministro dell’Interno per conoscere quali iniziative il Viminale voglia intraprendere”.