Patrick’s Day all’Irish Film Festa

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Patrich's Day
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Patrich’s Day

Sabato 28 marzo l’ottava edizione dell’ Irish Film Festa ha ospitato il regista irlandese Terry McMahon, il produttore Tim Palmer e l’attore Moe Dunford per la presentazione del film Patrick’s Day. Allegro ed espansivo, Patrick (Moe Dunford) è un giovane di ventisei anni affetto da schizofrenia. Grazie all’aiuto dei medicinali e alla protezione di sua madre Maura (l’attrice neozelandese Kerry Fox), il ragazzo non è una minaccia, né per sé né per gli altri. Finché non si innamora di Karen (Catherine Walker), conosciuta proprio nel giorno di San Patrizio, festa nazionale della Repubblica d’Irlanda. Un film sulla solitudine e sul coraggio, come lo ha definito il regista, arrivato a Roma per presentare la sua seconda opera cinematografica. Patrick’s Day, girato a Dublino e Wicklow in appena diciotto giorni, infatti, è il secondo film di Terry McMahon, che ha debuttato nel 2011 con il controverso Charlie Casanova, miglior opera prima al Festival di Galway. Sempre a Galway, Patrick’s Day è stato premiato come miglior film, per poi ricevere riconoscimenti nei festival di tutto il mondo.

Noi di Meta Magazine eravamo presenti alla proiezione del film e all’incontro del regista, del produttore e del giovane protagonista con il pubblico.

Come è nata l’idea del film?

McMahon: Da giovane ho lavorato in un ospedale psichiatrico. Alcuni colleghi, come anche i parenti delle persone lì ricoverate, erano fantastici. Ma ogni volta che uno dei pazienti mostrava un impulso sessuale o desiderio di intimità, questi istinti venivano visti come se fossero aberrazioni legate alla loro malattia. Così l’aspetto più bello dell’essere umani viene visto addirittura come fonte di vergogna: abbiamo paura di ciò che possiamo fare, abbiamo paura dell’amore, abbiamo paura del piacere. Ci auto-sabotiamo per sopprimere questi sentimenti prima che riescano ad emergere: potrebbe essere una forza, ma chi ci governa l’ha trasformata in una debolezza. Siamo tutti delle cavie da laboratorio. Anche la psicologia, se usata dalle persone sbagliate, può rendere le gente prigioniera: l’unico modo per spezzare questo potere negativo è tendere una mano verso gli altri e aiutarsi l’un l’altro. Da ragazzo, poi, ho vissuto per diciotto mesi senza casa. Non temevo di essere picchiato o attaccato, avevo solo paura della solitudine. Ricordo cosa vuol dire vivere come un reietto: si perde non solo la testa ma anche l’anima. La solitudine fa perdere ogni facoltà di comunicare e interagire con gli altri. La solitudine è pericolosa, è contagiosa. I temi principali di Patrick’s Day sono proprio la solitudine e il coraggio, e come questi due elementi possono interagire insieme per cambiare le cose.

L’uso di sostanze alcoliche connota alcuni personaggi, dalla madre di Patrick alla ragazza di cui si innamora. La presenza dell’alcool nel film ha un preciso valore?

McMahon: Per quanto riguarda la presenza dell’alcool nel film e l’uso che ne fanno alcuni protagonisti per mettersi in contatto con se stessi e gli altri: in psicologia questo elemento si chiama facilitatore, serve per far scattare i comportamenti cosiddetti deviati o innaturali. Questi personaggi stanno talmente male che hanno bisogno di un facilitatore per esprimersi, in questo caso l’alcool.

Come è stato l’approccio al personaggio di Patrick?

Dunford: Ho amato la sceneggiatura di Terry, ho amato Patrick, perché è uno di noi. Più lo si conosce, nel corso del film, più ci si rende conto di come Patrick sembri il più normale tra tutti i personaggi. La madre però lo soffoca con la propria paura e l’eccessiva protezione, e così non gli permette di essere pienamente se stesso. La madre è spaventata, non sa come proteggere suo figlio. Si tratta di situazioni molto diffuse. Io stesso ho un fratello problematico, conosco lo stigma che la società ti getta addosso e la solitudine che ne deriva. Il problema non è tanto il disturbo mentale, ma proprio la solitudine.

Irish Film Festa è un’iniziativa che nasce con l’intento di promuovere la cinematografia irlandese in Italia. Realizzato in collaborazione con Irish Film Institute e con il sostegno di Culture Ireland, Irish Film Board, Turismo Irlandese, patrocinato dall’Ambasciata irlandese in Italia, Irish Film Festa è prodotto dall’associazione culturale Archimedia