Per Mario Testino sfila un “Mondo bellissimo”

Fino all’estate, Palazzo Bonaparte ospiterà i lavori inediti del noto fotografo peruviano dedicati a colori e tradizioni dei popoli del mondo

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C’è tempo fino al 25 agosto 2024, per immergersi nel “Beautiful world” di Mario Testino, uno dei maghi contemporanei della fotografia di moda.
Nel romano Palazzo Bonaparte, però, e, in anteprima assoluta, lo scopriamo in una veste inedita: questo progetto, infatti, non ha nulla a che vedere con il mondo del fashion. Almeno in apparenza…
Qui, Testino racconta – e si racconta – soffermandosi su un’esposizione innovativa, che, per la prima volta, è del tutto ideata da lui.
Autore di lavori leggendari, come le persone che ha immortalato (una per tutte, la compianta Lady D), nel suo caso si può azzardare il paragone con Holbein, per il rapporto tra le sue opere e la tradizione dei ritrattisti di corte. “Ma oggi – spiega – sono serenamente in pensione, e posso dedicarmi ai progetti chiusi nel cassetto”. Oggi può scegliere gli scatti che preferisce, visto che non ci sono più committenti: “Ora va in stampa quello che piace a me!”.
Per l’occasione capitolina, il suo occhio si è focalizzato su immagini di una straordinaria varietà di abiti e costumi tradizionali indossati con orgoglio dalle genti che continuano a preservarne e tramandarne le origini. Perché non c’è niente di più moderno che essere se stessi, portando avanti con fierezza la propria storia e quella dell’etnia di appartenenza. Non più attrici, modelle e cantanti famose, dunque, ma un’umanità poco nota (a tratti, sconosciuta) che, tuttavia, è altrettanto bella e propone alternative validissime all’omologazione imperante.
“Nei miei viaggi mi sono reso conto che, se un Paese perde il legame tra la sua storia e il suo abito tradizionale, qualcosa di davvero prezioso si perde per sempre!”, ha continuato, emozionandosi. I poderosi ritratti esposti, benché pianificati, risultano intimi, immediati, e sono frutto degli ultimi sette anni di lavoro del maestro peruviano (che attualmente vive a Noto, in Sicilia, e parla un ottimo italiano), in visita in circa trenta Paesi (soprattutto, delle zone Sud del mondo), per realizzare oltre 70 fotografie qui presentate assieme (in un grande formato), e dove a farla da padrone è un colorismo che, se non fosse tanto vivido e stupefacente, potrebbe sembrare esagerato, se non posticcio. Un colore magnetico, vero protagonista di questo viaggio che, dall’allestimento alle musiche, passando per le didascalie e il video del backstage del lavoro di Testino, esplode, via via, lungo le sale al secondo piano del Palazzo. Attraverso il suo obiettivo il mondo si “rimpicciolisce”, ed ecco sfilare: lottatori di Laamb, unti ritualmente con il latte, e uomini tatuati dal Giappone; una donna sarda che assiste alla festa di Sant’Efisio e una sposa uzbeka; Masai e dervisci; un santone indiano e il Diavolo Bianco dal Guatemala. Tutte immagini di un’esplorazione che parte dal Perù e si snoda attraverso la Colombia, il Messico, il Giappone, il Myanmar, la Mongolia, il Kenya e il Congo, per svelare, pur estrapolati dal contesto, gli atteggiamenti dei popoli attraverso la lettura e l’analisi dei loro costumi. In questa ricerca, perciò, l’abito diviene una sorta di codice che “identifica” un gruppo umano, portandone alla luce le caratteristiche più ascose.
C’è tanto da raccontare, dunque. E tanto racconta l’esposizione capitolina “Mario Testino-A Beautiful World”: narra di una ricerca che, ispirata dal conterraneo Martin Chambi, si è spinta verso soggetti nuovi, portando all’attenzione del grande pubblico chi, in genere, non è testimonial di un brand, per documentare efficacemente il modo in cui si appartiene al suolo natio, includendo l’ornamento del corpo, fino alla pelle e ai capelli. Il suo nuovo percorso creativo, dal 2017, si è concentrato sull’esplorazione dell’unicità culturale in un mondo sempre più globalizzato: scavalcando il confine del suo mestiere, il fotografo ci aiuta a comprendere tratti comuni e differenze, navigando a vista tra complessità e contrasti. “La nostra identità viene dal luogo di nascita: un imprinting che non ci abbandonerà mai. Ma la vera bellezza la troveremo solo nel confronto con gli altri: un confronto onesto e scevro di pregiudizi, ovviamente”, precisa.
La mostra, a cura dell’artista Patrick Kinmonth, è patrocinata dal Comune di Roma, ed è prodotta e organizzata da Arthemisia, con Domus Artium Reserve e il supporto dell’Uzbekistan Art and Culture Development Foundation.
Il progetto “A Beautiful World” supporta la missione di “The Great Balance” nella promozione del patrimonio culturale (www.thegreatbalance.org).
Sempre fino al 25 agosto 2024, Palazzo Bonaparte ospiterà anche gli scatti di Vincent Peters, che ha reso immortali celebrities e campagne pubblicitarie. Con la mostra “Timeless Time”, attraverso una selezione di lavori in bianco e nero (realizzati tra il 2001 e il 2021), la luce, soprattutto, racconta la storia dei soggetti ritratti: tutte star di prima grandezza. Da Monica Bellucci a Penelope Cruz; da Angelina Jolie a Scarlett Johansson; da John Malkovich a Charlize Theron: un Olimpo moderno, con divinità che escono dallo schermo. Questa mostra è curata da Maria Vittoria Baravelli e prodotta e organizzata da Arthemisia, con Nobile Agency.
Info: www.mostrepalazzobonaparte.it www.arthemisia.it