Prodeitalia, al via i confronti con le aziende con il protocollo Bridge

"Senza consapevolezza non si riparte" afferma il Presidente Giorgio Bergo dell'Asssociazione Prodeitalia impegnata nel protocollo Bridge

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Giorgio Bergo

“Le aziende nella fase 2 sono alle prese con sensazioni paragonabili all’elaborazione di un lutto. Per fortuna dopo il crollo nell’80 per cento dei casi gli imprenditori reagiscono adattandosi alla nuova realtà” è il primo risultato del test sulle aziende fatto dall’Associazione Prodeitalia impegnata nel protocollo Bridge.

I professionisti della crisi d’impresa stanno incontrando una serie di aziende per misurarne le condizioni di salute e organizzare la ripartenza. Per affrontare al meglio il futuro è fondamentale prepararsi e programmare. “Senza consapevolezza non si riparte” afferma il Presidente Giorgio Bergo.

Prodeitalia: al via i confronti con le aziende con il protocollo Bridge. L’80 per cento delle imprese ha paura del cambiamento imposto dalla crisi per il covid 19 ma quasi tutte, prima o dopo, mostrano capacità di adattamento. Solo per un 20 per cento c’è il rifiuto totale dovuto a carenze strutturali pregresse, scarsa flessibilità, paura del rischio e poche competenze. Ha preso il via il protocollo Bridge con cui l’Associazione Prodeitalia (leader nella battaglia al sovraindebitamento e alla crisi d’impresa) si è messa a disposizione delle aziende impegnate nella Fase 2 per un check up gratuito ad opera dei suoi migliori professionisti: avvocati, commercialisti e consulenti del lavoro. “L’obiettivo – spiega il Presidente dell’Associazione, Giorgio Bergo – è quello di misurare lo stato di salute dell’azienda dopo questo forte urto con la crisi dovuta al covid 19. A quel punto, dopo un’attenta analisi di tutti i fattori, proviamo a fare una fotografia dell’impresa indicando potenzialità e debolezze. Sicuramente la consapevolezza della propria condizione attuale è un ottimo punto di partenza, per programmare e ricominciare: senza consapevolezza non si riparte. L’errore più grande é lavorare lasciando tutto al caso, oggi più che mai é fondamentale formarsi e programmare”. I primi dati raccolti dall’Associazione dopo i confronti con le imprese sono ben rappresentati dalla curva di Kübler-Ross. Dopo una primissima sorpresa gli imprenditori attraversano vari stati d’animo che vanno dal rifiuto alla frustrazione e toccano il picco minimo con una depressione paragonabile a quella che negli esseri umani avviene durante l’elaborazione del lutto. “Il test per le imprese é la fase 2, ovvero del confronto con la nuova realtà – riprende il Presidente dell’Associazione Giorgio Bergo – E’ a questo punto che nella quasi totalità dei casi vi è una reazione positiva che spinge fino al recupero totale. Logicamente si parla di reazioni istintive, eventualmente emotive. Il lavoro che ne segue e che gli imprenditori non devono assolutamente sottovalutare è quello più tecnico e organizzativo. Anche per questo con i nostri professionisti proviamo ad indicare strade corrette, che possano quanto meno ridurre i rischi di crollo nel caso in cui l’azienda si trovi a dover affrontare nuove situazioni di difficoltà. La crisi economica prima e il virus adesso ci insegnano che gli impulsi negativi derivanti da situazioni esterne possono essere molteplici, e che le aziende devono imparare a strutturarsi in maniera solida ma anche elastica, antisismica, per rimanere in piedi anche in caso di terremoto”.