Protocollo autismo fra Asl Rm6 e ufficio scolastico

Il protocollo autismo firmato segna l'avvio del primo percorso specifico nel Lazio per l'assistenza a bambini affetti dalla patologia

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Autismo

Firmato questa mattina ad Albano Laziale il protocollo fra la Asl Roma 6 e l’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio, per offrire un nuovo percorso di assistenza a bambini e ragazzi affetti da disturbi dello spettro autistico. L’obiettivo è mettere in campo il miglior iter possibile di diagnosi, terapia e presa in carico, alla luce delle conoscenze scientifiche e psicopedagogiche attualmente disponibili. “La ragione che ci ha indotto a sviluppare un PDTA (Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale) ad hoc per l’autismo”, ha detto il Direttore generale della Asl Roma 6, Narciso Mostarda, “è la necessità di riqualificare e potenziare gli interventi, garantendo risposte assistenziali appropriate e uniformi sul territorio, ma anche sostenibili e adeguate ai bisogni delle persone con autismo, così come esplicitato nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) e indicato dalle recenti normative nazionali e regionali, che ci hanno sostenuto nell’avvio di un percorso strutturato”. Dallo studio dei dati della Asl Roma 6 emerge, nel territorio, la presenza di 549 casi con disturbo dello spettro autistico in età evolutiva (2-18 anni). L’integrazione nel contesto scolastico risulta quanto mai cruciale affinchè i ragazzi affetti da autismo conquistino una qualità di vita soddisfacente e perchè lo stigma venga superato, come spiega Gildo De Angelis, Direttore Generale USR Lazio: “La scuola rappresenta un’opportunità irrinunciabile e determinante per la facilitazione di competenze sociali e adattive, per cui è più che mai necessario stabilire accordi interistituzionali mirati a mettere in rete tutte le risorse impegnate in questo specifico percorso”.

Cosa sono i disturbi dello spettro autistico

I disturbi dello spettro autistico, oggi ridefiniti nel DSM 5 all’interno dei disturbi del neurosviluppo, descrivono quadri clinici variabili, ma riconducibili ad alcuni sintomi comuni che rappresentano il nucleo centrale dello sviluppo atipico: la compromissione della comunicazione e dell’interazione sociale e la presenza di interessi ristretti e comportamenti stereotipati. Si tratta di disturbi cronici caratterizzati da una grave disordine dello sviluppo, la cui specificità comporta la necessità di prevedere risposte articolate e modelli di intervento multimodali e flessibili, in grado di adattarsi a bisogni che si modificano nel tempo. La complessità di tali disturbi ha rilevanti implicazioni di ordine sociosanitario e importanti ricadute sul contesto familiare, tali da richiedere un forte e concreto impegno, sia a livello delle istituzioni che dei servizi in raccordo con le associazioni dei familiari.

Cos’è il PDTA (Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale)

Si tratta di un iter di riferimento, definito come “la migliore sequenza temporale e spaziale possibile delle attività da svolgere nel contesto di una determinata situazione organizzativa e di risorse”, costruita sulla base delle linee guida e EBM (evidence based medicine). Il percorso si svilupperà attraverso attività clinico-diagnostiche e riabilitative, implementate da azioni attuabili attraverso i PTRP (progetti terapeutico riabilitativi personalizzati) che permettono di proporre interventi innovativi, fra cui quelli comportamentali sui modelli Denver o ABA, ma anche interventi mediati dai genitori e azioni a sostegno di altri genitori ed educatori, come il parent coaching e il teacher training.