Quel pasticciaccio brutto…della fiducia

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Bersani e NapolitanoDa Tora Bora

Saluti dall’Afghanistan, dopo aver asciugato le mie lacrime per Manganelli prima e Mennea dopo, ed aver ringraziato l’amico Nicola Gallo di avermi anticipato nello scrivere sui Marò (ed evitato di dover scappare anche da Tora Bora inseguito dalle querele), pensavo proprio ai Castelli Romani. La terra dove nasce l’idea di Meta Magazine, mi fa ricordare una parte dell’ambientazione di un libro di qualche decennio fa, un giallo – per la precisione – senza soluzione come nella concezione della vita dell’autore. Parlo di “Quel pasticciaccio brutto di via Merulana”, che è un romanzo di Carlo Emilio Gadda il quale racconta una storia di furti ed omicidi, ambientata nei primi anni del Fascismo.

Il giallo dello scrittore milanese, un pasticciaccio di storie e personaggi, ben si adatta alla situazione politica fotografata ieri pomeriggio all’annuncio dell’incarico concesso in mode pre, in modalità post o in opzione sperem vattelapesca (i voti di fiducia…) che dir si voglia dal Presidente della Repubblica (in scadenza di mandato) Giorgio Napolitano. Nessuna ironia (mica sono grillino :)) verso il Capo dello Stato che anzi oltre ad aver condotto delle consultazioni in condizioni limite, sta reggendo senza cedimenti al pressing di ampi strati del Parlamento e della Politica che chiedono una sua rielezione con dimissioni nel giro di qualche mese o al massimo in due anni, per traghettare la politica italiana fuori dalle secche (uno che vuole mollare la poltrona… e non vede l’ora evvai ;)). Torniamo a noi e alla “strada difficile” per Bersani: vabbè che siamo in tempi di splendida follia, Papa Francesco eletto in 24 ore, due presidenti delle camere fuori dai partiti e dalla politica di lungo corso (con tutto il rispetto, vedi Emilio Colombo inappuntabile guida dell’Aula di Palazzo Madama nell’elezione del Presidente del Senato) ecc., ma Bersani davvero si è votato al martirio.

Si lui, proprio Pierluigi Bersani da Bettola (Emilia non bestemmiamo parlando dell’intera regione come luogo di provenienza…) ha voluto “a forza” l’incarico, chiunque nel passato (e non è che Bersani sia un politico di primo pelo) l’avrebbe rifiutato, anzi non l’avrebbe richiesto. Parlare di rischio bruciatura è eufemistico, certo difficile, molto difficile che questo tentativo fallisca al punto di far tornare “Pierluigi” (come direbbe la Rosy Bindi degli Sgommati) con la coda tra le gambe del Presidente Napolitano, ma l’eventualità c’è. Oltretutto il PD, come insegna la storia non si è fatto mancare niente negli ultimi mesi: le primarie prima megafono del consenso (oltre il Veltroni del 2008), poi Renzi fuori e la dilapidazione di quel patrimonio, ancora la campagna elettorale al traino della qualunque che fosse Berlusconi o Grillo (per assurdo anche Monti…). In questo mesetto post-elettorale la posizione da hombre vertical del Segretario per cui il Governo e l’incarico con un voto in più sono roba loro (di Bersani e del Pd, ma mica di tutto il partito…).

Insomma difficile far peggio ;), e adesso il gran finale da roulette russa, con una variante in salsa italica: un solo proiettile a salve e tutto il resto del tamburo con proiettili veri al cianuro. Piace il rischio dalle parti del Loft, mentre Renzi aspetta… una previsione? Difficile ipotizzare più che gli scenari i tempi! Mi aspetto a breve (?) una Cancellieri Premier (l’attuale Ministro degli Interni), ma quando? Dopo una conta al Senato, prima con un ritorno mesto al Quirinale ad inizio settimana? Tra un mese, due o tre? Oppure ci sarà 1-2 anni di Bersani Premier, sempre con i montiani 😉 e con Lega (che perderebbe le regioni “padane” presumibilmente e ci mancherebbe pure dal punto di vista del Cav.) o/o con il centrodestra unito a dare un appoggio esterno (si fa, ma non si dice) o interno (con ministri o senza…). Bel rompicapo, proprio come quel brutto pasticciaccio di cui scriveva Gadda tanti e tanti anni fa.

Saluti da Tora Bora,

saluti da

Eretico