Raffaello e il suo mito rivivono a Palazzo Carpegna

In occasione delle celebrazioni dei 500 anni dalla morte, l’Accademia di San Luca di Roma mette in mostra il maestro di Urbino

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Raffaello e il suo mito rivivono a Palazzo Carpegna

In occasione delle celebrazioni dei 500 anni dalla morte, l’Accademia di San Luca di Roma mette in mostra il maestro di Urbino

Raffaello e il suo mito rivivono a Palazzo Carpegna

Palazzo Carpegna, a pochi passi dalla Fontana di Trevi, accoglie la mostra “Raffaello. L’Accademia di San Luca e il mito dell’Urbinate”, a cura di Francesco Moschini, Valeria Rotili e Stefania Ventra.

Fino al 30 gennaio 2021, l’Accademia nazionale di San Luca (che qui ha sede) si inserisce così nelle attività patrocinate dal Comitato nazionale per le celebrazioni dei 500 anni dalla morte di Raffaello Sanzio voluto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Le stanze del Palazzo, già bello in sé (edificato nella prima metà del Seicento da un allievo di Giacomo Della Porta e successivamente ampliato e ristrutturato da Francesco Borromini), celebrano il maestro di Urbino illustrando quanto, proprio alla sua azione, la stessa Accademia di San Luca si sia ispirata nel corso dei secoli. E lo fa, per l’occasione, attraverso 55 opere dalla collezione autoctona e da importanti prestiti: in questo modo, sottolinea, al contempo, anche il ruolo da questa svolto nella costruzione, custodia e diffusione del mito di Raffaello, dal Cinquecento a oggi.

Questo perché – ça va sans dire – il maestro fu tanto una figura imprescindibile per il suo tempo quanto per le generazioni a seguire (e per quelle che verranno): un modello con cui doversi necessariamente confrontare e/o a cui inevitabilmente ispirarsi se si parla di arte.
L’allestimento, di Francesco Cellini, articola l’itinerario in 5 sezioni: la prima sezione ruota attorno alla pala raffigurante “San Luca che dipinge la Vergine”, attribuita allo stesso Raffaello e assunta come immagine-simbolo dell’Accademia di Palazzo Carpegna. Qui, per la prima volta, è esposta una fedele copia di Antiveduto Gramatica di inizio Seicento, attualmente sull’altare della chiesa dei Santi Luca e Martina della Capitale. A corredo, traduzioni calcografiche, disegni e incisioni tratti da esse. Nella seconda si ripercorre la storia del “Putto reggifestone” attribuito a Raffaello, giunto in Accademia per lascito testamentario e immediatamente esposto nella galleria per essere copiato da una schiera di pittori dilettanti e professionisti. Tra queste, ora, c’è quella di Gustave Moreau del 1858 (dall’omonimo Musée di Parigi) che crea un inedito pendant con quel “Il Putto” che, attualmente, è al centro di nuove, interessanti, indagini conoscitive da parte di un team multidisciplinare.

La terza costituisce un focus sul ruolo dell’opera di Raffaello nella cultura e nella didattica: in mostra, i disegni di giovani artisti in occasione dei concorsi accademici e varie copie da opere raffaellesche, in particolare dalle scene delle “Logge Vaticane” e dall’ “Isaia” della chiesa romana di Sant’Agostino. Questi giovani si formavano sulle incisioni di Giovanni Volpato, o sull’album inciso da Giovanni Folo su disegno di Vincenzo Camuccini, dedicato all’ultima opera del grande maestro, la “Trasfigurazione”. Con questi, oggetti che raccontano altre forme di promozione del mito di Raffaello attuate dall’Accademia nel corso degli anni: il culto del “Cranio di Raffaello”, conservato come una reliquia in Accademia fino alla fine del XIX secolo, o le medaglie celebrative. La quarta raccoglie un piccolo nucleo di fotografie attraverso cui sarà possibile restituire la centralità del “San Luca” e del “Putto” negli allestimenti storici della collezione, come centrale, nel percorso espositivo, è la copia della celebre “Galatea” realizzata da Pietro da Cortona nella splendida, omonima sala. L’ultima sezione è una piccola galleria di opere di grandi maestri: dipinti, incisioni e cartoni che raccontano le svariate modalità con cui gli artisti accademici hanno rielaborato, nel tempo, l’esempio del maestro di Urbino; come fu osservato, assimilato e rielaborato.

Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria, inviando una mail a mostraraffaello@accademiasanluca.it. Dal martedì al sabato: martedì e giovedì (turni ore: 10, 12, 15 e 17); mercoledì e venerdì (turni ore: 14.30, 16, 17.30); sabato (turni: 10, 12). Chiuso domenica e lunedì.

Info: www.accademiasanluca.it