Ritratto di donna al Macro di Roma

L'arte ricorda il femminicidio con Ritratto di donna al Macro di Roma e tra le 87 donne dell'installazione umana anche Alessandra Zampetti e Elena Mazzoni

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8marzo
8 Marzo
Il giorno 8 marzo 2019 alle ore 16.00 il MACRO Museo d’arte Contemporanea di Roma ospiterà il progetto Portrait of woman – Ritratto di donna, performance di Monica Pirone, a cura di Michela Becchis, che coinvolge 87 donne, 87 come le vittime di femminicidio puro registrate in Italia nel 2018. Oltre le 87 protagoniste, donne che rappresentano tutte le categorie professionali, anche l’artista messicana Eliana Chauvet, l’ideatrice dell’installazione delle scarpe rosse che per prima pose l’attenzione del mondo artistico sul femminicidio. “Uno degli interrogativi  più intensi che nascono intorno alla tragicità del lutto, fosse anche un lutto sociale, collettivo e che non riguarda solo la vulnerabilità individuale e intrasferibile è il come far sì che si rimanga noi stessi nel dopo. Camminando un po’ accanto ad alcune parole di Judith Butler e non solo, riflettendo sul senso di cui è necessario riappropriarsi della parola performance, si può provare a intendere quell’apparente paradosso scelto da Monica Pirone per cui si rimane se stesse  assumendo le sembianze di un’altra. Ma assumere le sembianze di chi è stata uccisa sarebbe troppo semplice, non sarebbe quel “confrontarsi con la violenza di questo mondo senza riprodurla”, come appunto scrive Butler, e sarebbe troppo osceno nel suo antico senso di “essere di cattivo auspicio”, ben sapendo che il motto mai più sarà ancora a lungo dentro un’araldica del desiderio. Anche qui si possono aprire laghi di dolore, ma è più frequente che ciò che si porta con sé come  qualcosa di consolatorio per i momenti difficili è un ricordo, un lampo, un’immagine dell’infanzia, del momento in cui si è inermi e innocenti per definizione e, altrettanto per definizione, felici.  Bambine, che guardano, che crescono, amano, assecondano se stesse o gli altri, diventano donne che scelgono oppure no, che si compongono e scompongono e ricompongono giorno dopo giorno, che restano, vanno via, che troppo spesso chiamano amore un baratro e che dentro di loro cercano di proteggere quella bambina che erano. Ecco, lungo la vita, spesso rimanere se stessi è anche custodire una traccia benevola della propria infanzia. Monica, non vuole il volto delle donne uccise, non intende mettere in scena quella parte del loro corpo dentro cui ogni senso e pensiero si sono concentrati e un giorno negati, vuole altri volti, altri corpi che si assumano la responsabilità e la potenzialità di diventare senso comune; mettendo il proprio volto di bambina in gioco, in un gioco serissimo e suggestivo, ciascuna donna, proprio perché compie il gesto di fiducia assoluta di passare il suo sé innocente ad un’altra, trasforma il compatimento da sentimento ristretto, domestico, di vicinanza quasi familiare a elemento di  riflessione collettiva, di collettivo orrore che è sentimento, ma anche rappresentazione di senso politico e sociale. (…)” (dal testo critico di Michela Becchis). Portrait of woman nasce da un lavoro che Monica Pirone porta avanti già dal 2014: una riflessione sul rapporto tra le diverse generazioni che nel 2018 è divenuto una mostra dal titolo Home Sweet Home, mettendo in luce le problematiche e le insidie che si celano nell’ambiente domestico, in molti casi non più luogo di protezione e vita. L’evento dell’8 marzo apre, inoltre, un ciclo di appuntamenti che l’artista messicana Elina Chauvet porterà avanti per tutto il mese di marzo.
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Elena Mazzoni e Alessandra Zampetti

TRA LE 87 PROTAGONISTE DELL’INSTALLAZIONE ANCHE DUE DONNE DI ALBANO:

Tra le 87 donne che parteciperanno all’installazione, per simboleggiare ciascuna uno degli 87 femminicidi avvenuti negli ultimi 12 mesi anche Elena Mazzoni ed Alessandra Zampetti di Albano Laziale. Elena Mazzoni, militante femminista per l’ambiente ed i beni comuni ha così commentato a Meta Magazine: “Siamo onorate che l’artista Monica Pirone, tra tante donne, abbia scelto noi,  per partecipare a questa installazione umana che sarà la più grande mai entrata al Museo di Arte Contemporanea di Roma. E’ un riconoscimento inaspettato e gratificante del lavoro che svolgiamo, io come attivista per l’ambiente e i beni comuni e Alessandra Zampetti come rappresentante delle vertenze femminili all’interno dell’Assemblea delle Donne dell’Asl Roma 6”. Dichiara Elena Mazzoni, scelta anche per il suo impegno per la questione di genere nel commercio internazionale, recentemente sfociato nella pubblicazione di un dossier dal titolo: “Per un’Europa femminista – prospettive di genere su politiche economiche e commercio internazionale”.