Rocca di Papa, cultura e lavoro in primo piano

Il Comune di Rocca di Papa ed una delle più importanti associazioni ambientaliste albane, hanno organizzato un Incontro per parlare di cultura e lavoro. 

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Bosco Sacro - Bosco Produttivo
locandina
Bosco Sacro – Bosco Produttivo

CULTURA E LAVORO IN PRIMO PIANO

Il Comune di Rocca di Papa ed una delle più importanti associazioni ambientaliste albane, hanno organizzato un Incontro per parlare (finalmente) di cultura e lavoro. 

L’incontro di sabato 30 giugno (Comune di Rocca di Papa – aula consiliare) nasce dalla necessità di coniugare l’enorme potenzialità di tre ambiti concomitanti: il grande patrimonio boschivo di Rocca di Papa, la straordinaria ricchezza storico – archeologica del Monte Albano, del Bosco Sacro, via Sacra, di Alba e Alba Longa, ed infine, il valore paesaggistico e panoramico, in particolare della vetta di Monte Cavo.

In seguito all’abbandono dell’ex convento dei pp. Passionisti e di quello, già avvenuto recentemente, di gran parte delle strutture militari presenti nell’area di Monte Cavo e alla luce delle vicende giudiziarie che, di fatto, hanno condannato quasi tutte le emittenti autorizzandone lo sgombero, risulta evidente che questi sostanziali mutamenti dovranno necessariamente comportare un radicale intervento di bonifica della vetta di Monte Cavo.

Questa nuova realtà impone di abbandonare quanto prima vecchie diatribe e confuse problematiche attuali ormai superate dai fatti. Si impone infatti la necessità di procedere, nell’immediato futuro, al ripristino dei luoghi originari ed al totale recupero dell’area e della sua originale vocazione paesaggistica e storico archeologica.

Il Monte Albano e l’adiacente sito leggendario di Alba Longa hanno rappresentato per oltre un millennio il luogo in cui è nata e si è irradiata nel mondo la Civiltà Latina. Ogni anno, gli Albani prima e tutti i popoli Latini poi, si ritrovavano sulla vetta per rinsaldare attraverso la comunione effettuata dinanzi alla divinità suprema del Lazio, Giove Laziale, la loro appartenenza alla medesima stirpe: comunità di sangue, di lingua, di dei e culti, di istituzioni e costumi. Per tutta l’età romana, ogni anno, il primo atto ufficiale dei due consoli (la magistratura più elevata dei “padroni del mondo”) appena entrati in carica, era quello di salire sul Monte Albano per indire la data delle ferie Latine, che venivano celebrate qualche mese dopo, sempre alla presenza dei consoli.

Nel corso dell’Incontro del 30 giugno verrà proposto di ripristinare il luogo dov’è nata la Civiltà Latina, restituendogli l’altissima dignità storica che gli antichi gli hanno conferito e che ancora si conserva negli stessi popoli europei foggiati dalla civiltà romana. Il Monte Albano potrebbe quindi rappresentare simbolicamente ancora oggi il centro da cui si è irradiata la stessa cultura europea. Una volta recuperata simbolicamente questa sacralità e grande prestigio, potrebbe ospitare incontri di altissimo livello nel cuore del Lazio e da dove si domina Roma.

Verrà proposto di procedere a livello legislativo (attraverso un progetto europeo, oppure legge regionale o statale) alla stesura di un Progetto Integrato che comprenda la bonifica e ripristino dei luoghi originali e che preveda: 1) l’esproprio per pubblica utilità dell’intera area e dell’ex convento; 2) il recupero dell’area archeologica; 3) la riqualificazione ambientale del paesaggio e dello straordinario panorama; 4) la migliore e degna valorizzazione turistica.

Inoltre il progetto o legge dovranno comprendere anche l’immediato intervento a favore dei boschi, sia a livello di tutela che di produttività.

Il Comune di Rocca di Papa possiede infatti il maggiore numero di boschi di castagno rispetto a tutti i comuni d’Italia e questo grande patrimonio boschivo rappresenta il polmone verde essenziale per i Colli Albani e soprattutto per Roma. Ciò significa anche che per il miglioramento delle condizioni climatiche regionali la sua tutela deve essere rigorosa, in particolare quella rivolta al pericolo di incendi, dinanzi al quale attualmente non esiste alcuna protezione.

Se si eccettuano i boschi di proprietà privata (3000 ettari ca.), l’estensione dei boschi di proprietà Comunali assomma a circa 1500 ettari.  Attualmente essi giacciono nel più totale abbandono

Essi potrebbero al contrario svolgere importantissime funzioni: 1) a livello produttivo: produzione di legname, frutti, ma anche di mieli e funghi; 2) ambientale: difesa idrogeologica, difesa delle diversità sia animali che vegetali; 3) difesa dall’accumulo di anidride carbonica.

La “multifunzionalità” dei boschi va perciò salvaguardata, difesa e valorizzata anche per scopi economici

LEGGI: osservatoriocollialbani.it