Roma celebra Papa Urbano VIII

Fino a luglio 2023, con “L’immagine sovrana”, Palazzo Barberini dedica una mostra al Barocco, tra quadri, sculture e memorabilia

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Palazzo Barberini, con “L’immagine sovrana. Urbano VIII e i Barberini”, evoca l’elezione dell’antenato Maffeo al soglio pontificio (fu Papa a soli 55 anni, col nome di Urbano VIII) 400 anni or sono e, intanto, ripercorre i primi passi del Barocco in una sede quanto mai azzeccata: le Gallerie Nazionali di Arte Antica, a Roma.
Una mostra grande (per mole e per fascino) che pone l’accento sul profilo culturale di un papa che, più di altri, incise in maniera straordinaria sul sapere del Seicento, illustrando come – e quanto – fare uso dell’egemonia delle belle arti in funzione politica.

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Il letterato Maffeo Barberini, convinto che il mecenatismo, oltre che accrescere il prestigio familiare, concorresse al potenziamento del governo della Chiesa, perseguì un progetto ambizioso, che permeò diversi ambiti della produzione artistica, coadiuvato dai nipoti Francesco, Antonio e Taddeo. Nomen omen, papa Urbano si dedicò alla sua città che, anche a lui deve la sua supremazia culturale, facendosi largo in Europa e diventando, da quel momento e trasformata come fu, la culla del Barocco.
A cura di Maurizia Cicconi, Flaminia Gennari Santori e Sebastian Schütze, con 80 opere indoor e 40 da istituzioni (fra musei e privati), l’esposizione celebra il pontefice più longevo del XVII secolo in un percorso di 12 sezioni: “Piacere e Strategia”; “Immaginare la dinastia”; “La Fabbrica dei santi”; “Hic Domus”; “Imprese di famiglia”; “Cultura antica”; “Scienza moderna”; “Tessere la trama”; “La retorica e la poesia”; “Le Api munifiche”; “Intorno all’alveare” e “Il Teatro degli Stupori”.

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Spalmata su oltre 1000 metri quadri e procedendo dal piano terra fino alle sale monumentali del Piano nobile e alcune della permanente, si può ammirare una collezione al tempo sterminata (smembrata già dal Settecento e oggi sparsa nel mondo), che annoverava capolavori assoluti, riuniti qui per l’occasione.

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Bernini, Caravaggio, Valentin de Boulogne, Poussin, Sacchi e alcuni degli arazzi accostati ai cartoni preparatori prodotti proprio dall’Arazzeria Barberini, nel grande salone Pietro da Cortona, con l’inimitabile, omonimo affresco. Di meraviglie ce ne sono: il visitatore, tra quadri, sculture, libri e stampe, ne vede di quelle spesso poco esposte (se non mai…), disseminate in un allestimento bello e che avvantaggia i dettagli (anche se a tratti decisamente scuro!), rileggendo la storia di un papato e di una Capitale al suo massimo splendore. Menzione speciale al restauro di due tele di Andrea Camassei: “La strage dei Niobidi” e “Il riposo di Diana”, appositamente per la mostra.
Fino al 30 luglio 2023. Info: www.barberinicorsini.org; www.coopculture.it 

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