L’opinione pubblica è abituata a vivere i fenomeni geologici prioritariamente come un rischio, una minaccia incombente alla vivibilità del territorio. Un’accezione avvalorata dai recenti episodi di cronaca che, soprattutto a causa dell’inerzia umana, hanno messo a dura prova la vivibilità della nostra regione. Eppure basta informarsi, studiare, approfondire, prevenire per comprendere che una equilibrata convivenza tra essere umano e processi geologici è possibile. Soprattutto in un’era come la nostra, in cui le scoperte scientifiche fanno passi da gigante. Tra le discipline emergenti c’è la Geologia Medica, scienza che si occupa dell’impatto dei materiali e dei processi geologici sulla salute umana e animale. Non a caso l’Ordine dei Geologi del Lazio e la Società Geologica Italiana hanno organizzato per venerdì 21 marzo alle 14,30 presso l’Aula 11 – Dipartimento di Scienze della Terra, Università La Sapienza di Roma Piazzale Aldo Moro, 5 a Roma, il convegno Il ruolo della geologia per la salute pubblica. “Il connubio tra geologia e medicina – spiega il segretario dell’Ordine dei Geologi Lazio, Tiziana Guida – è noto fin dalla notte dei tempi: dall’uso di minerali nella preparazione di farmaci e rimedi, all’utilizzo terapeutico di acque termali e sulfuree. Materiali e processi geologici, tuttavia, possono anche causare o aggravare problemi di salute, si pensi ad elementi come l’amianto, il radon, l’arsenico e i processi geologici quali eruzioni e terremoti. Sono tutti elementi e fenomeni naturalmente presenti nell’ambiente e che possono influenzare lo sviluppo e la progressione di malattie o mettere in pericolo l’incolumità umana”.
Durante il convegno sarà illustrato l’impatto di elementi geologici naturali sul benessere dell’uomo e degli animali, come gli effetti dell’esposizione al radon e alle radiazioni naturali, gli effetti su apparato respiratorio e sistema scheletrico delle terre rare, che ritroviamo in smart-phone, tablet e nelle cosiddette “tecnologie verdi”, l’impatto di anidride carbonica di origine naturale, fibra minerali e polveri sottili, nonché dell’arsenico naturalmente contenuto nelle acque. “Vogliamo sensibilizzare – continua Tiziana Guida – la società su tali tematiche e contribuire a migliorare la comunicazione tra le discipline scientifiche che si occupano di malattie causate da fattori geologici per incoraggiare la ricerca nel campo, la realizzazione di metodologie più efficaci per lo studio dei fattori geologici di medicina ambientale e la formulazione di raccomandazioni per la mitigazione degli effetti di condizioni di pericolo naturali e antropiche”. Poiché prevenire è meglio che curare. Attualmente la Geologia Medica sta ricevendo il supporto istituzionale di diverse organizzazioni mondiali in uno sforzo per migliorare le opportunità di ricerca tra geologi, scienziati ambientali, tossicologi, dermatologi, epidemiologi, biologi, autorità per la salute pubblica, patologi e clinici. “Tali collaborazioni – dicono ancora dai Geologi Lazio – hanno un grande potenziale per aiutare a capire, ridurre e possibilmente eliminare i problemi di salute ambientale che hanno afflitto gli esseri umani per migliaia di anni”. Qualche esempio pratico? Nuove applicazioni sono le Outdoor Therapies, approcci integrati all’armonizzazione tra uomo e ambiente, articolato su percorsi complessi, e guidato dalla conoscenza scientifica e dalla sensibilità personale. In particolare, la Montagnaterapia prevede esperienze psico-fisiche e motorie, vissute in comune in ambiente montano, dedicate a persone che soffrono disagi fisici e/o psichici, che si è dimostrato apportare buoni risultati.