Roma, festeggiata la proclamazione a beata di Santa Teresa Verzeri

Il 27 ottobre sono stati celebrati i 72 anni dalla proclamazione a Beata di Santa Teresa Verzeri, nel 2001 canonizzata per volere di Giovanni Paolo II.

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Aveva solo 30 anni Santa Teresa Verzeri quando, nel 1831, a Città Alta di Bergamo, le fu affidato il compito di guidare la congregazione delle «Figlie del Sacro Cuore di Gesù», pia unione dedita all’istruzione e all’educazione cristiana della gioventù, alla cura dei malati negli ospedali, all’assistenza alle donne e ai bambini in difficoltà, alla protezione e promozione della donna e al messaggio evangelico.

Attività che dopo 187 anni le Figlie del Sacro Cuore portano ancora avanti in Italia, Europa, America del Sud, Africa e India con l’aiuto di oltre 500 religiose che in missioni, orfanotrofi, piccole scuole, case famiglia, si prendono cura a tutti i livelli di donne, giovani, bambini e famiglie intervenendo, dove necessario, anche nel settore della riabilitazione fisica e mentale. Un lavoro immenso ad ampio raggio perpetrato a livello sanitario, educativo ed evangelico. Quale unico sostentamento per la loro missione, l’intervento dei benefattori.

Grande la fede sostiene e guida le religiose. La stessa che ha animato la fondatrice dell’Ordine, Santa Teresa Verzeri, della quale il 27 ottobre scorso, nella casa generalizia di Roma, sono stati celebrati i 72 anni dalla sua proclamazione a Beata da parte di Papa Pio XII alla quale ha fatto seguito, nel 2001, la canonizzazione da parte di Giovanni Paolo II.

Ad accogliere gli ospiti la Superiora Generale, Madre Beatrice Dal Santo insieme a Ettore Pompili, presidente del gruppo di volontariato Al@mis Onlus (amici laici associati per le missioni), una realtà di mutua collaborazione dedita alla solidarietà sociale, civile e culturale che da 16 anni collabora con le Figlie del Sacro Cuore di Gesù nei progetti missionari, nelle adozioni a distanza, nell’invio di laici nelle missioni delle religiose nel mondo.

Un momento di festa dove non è mancato l’incontro religioso con la celebrazione eucaristica curata da monsignor Nicola Ciola, sacerdote presso l’Arcibasilica Papale San Giovanni in Laterano di Roma, segretario del Collegio dei Rev.mi Coadiutori del Capitolo e docente nella facoltà di Teologia della Pontificia Università Lateranense.

I dettagli dell’apostolato missionario portato avanti dalle Figlie del Sacro Cuore di Gesù, per anni punto di riferimento educativo delle giovani dei Castelli Romani, sono stati esposti dalla Superiora Generale che ha ricordato le parole di Papa Francesco in merito ovvero «ogni uomo è una missione in questa terra».

Dall’inizio del 2018, ha spiegato Suor Beatrice, ogni casa della Congregazione si è attivata per far arrivare energie ad un nuovo progetto in sussidio della povertà, della salute e dell’istruzione nella missione di Meluco nella diocesi di Pemba in Mozambico.  Un programma importante per una tra le popolazioni più povere del pianeta dove un terzo dei residenti vive con meno di un dollaro al giorno, mentre i due terzi sono affetti da HIV e la mortalità infantile sfiora il sessantanove per cento, con una percentuale di traffico di organi ed esseri umani elevatissima.

Ingente, ha riferito la Madre Superiora, la somma necessaria per realizzare la struttura che hanno in mente le religiose, alcune delle quali sono già sul posto da tempo anche se non hanno una casa. Cinquantasei i chilometri di strada sterrata da percorrere su rudimentali mezzi per raggiungere Meluco, città dove l’assistenza sanitaria con un letto per ogni mille cinquecento persone è praticamente inesistente. Nel luogo dove le Figlie del Sacro Cuore vogliono edificare la struttura, non c’è elettricità e manca l’acqua, a fronte di epidemie costanti di malaria, lebbra e febbre tifoide.

Disastroso, ha aggiunto Suor Beatrice, anche il tema dell’istruzione con l’ottanta per cento della popolazione, che, analfabeta, non conosce neanche il portoghese, la sua lingua ufficiale. «Questa è la nostra missione: andare dove c’è bisogno di aiuto e non ci sono altri. E’ un’altra grande sfida in un luogo difficile. Andiamo!» ha detto la Madre parafrasando Santa Teresa Verzeri che, con questa parola, incoraggiava se stessa e le compagne ad agire per il bene degli altri.

Un ringraziamento a tutti i benefattori che seguono le attività delle Figlie del Sacro Cuore, compresa l’adozione di bimbi a distanza, è stato rivolto dal presidente Al@mis Onlus Ettore Pompili. «La grande determinazione delle religiose ad essere presenti nella difficoltà è talmente forte che gli obiettivi, pur se difficili, diventano raggiungibili. In nome della loro grande gioia di essere accanto a chi ha più bisogno. La loro forza, unita alla disponibilità e generosità dei volontari, all’esperienza spirituale di Santa Teresa Verzeri e al pensiero educativo di una donna come lei fuori dagli schemi, sono i componenti di un grande progetto di vita e speranza che, a 187 anni dal suo inizio, ha collezionato traguardi importanti, con ancora tante sfide da vincere».