Salute e lavoro, quando la prevenzione si fa in azienda

Maria Luisa Roscino intervista il Dott. Mauro Atturo CEO della Problem Solving

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Mauro Atturo - CEO PRoblem Solving

Come è possibile tutelare la salute del lavoratore? Lo abbiamo chiesto al Dott. Mauro Atturo, Ceo della Problem Solving, il quale ci spiega come attraverso mirati programmi di prevenzione, sia possibile migliorare, non solo la qualità di vita del lavoratore, ma anche la sua performance aziendale.

La salute non è solo assenza di malattia, ma uno stato profondo di benessere. È possibile promuoverlo anche in azienda? 

Se pensiamo che la maggior parte delle persone passa almeno metà della giornata in ufficio, direi che la salute va promossa soprattutto in azienda. Il primo passo per tutelarla è creare un ambiente positivo in cui la cooperazione e lo spirito di squadra permettano a ognuno di dare il meglio. C’è poi un concetto di salute più classico, che riguarda la prevenzione, i controlli e le cure. Anche in questo caso le aziende possono fare molto.

Quali iniziative avete intrapreso per tutelare la salute delle vostre lavoratrici e dei vostri lavoratori?

“Come imprenditore ho deciso di mettere il welfare e la salute delle persone che lavorano con me al primo posto. Il 90% delle risorse dirette ed indirette che lavorano nella mia azienda è composto di donne, per questo abbiamo dedicato un’attenzione particolare alle necessità delle mamme. Grazie al ‘Baby Bonus’, le neomamme ricevono al loro rientro al lavoro 700 euro oltre a 150 euro al mese in più per un anno. C’è poi il ‘Maggiordomo aziendale’, che ha l’obiettivo di sollevare lavoratrici e lavoratori dalle incombenze del quotidiano: dai vestiti da mandare in lavanderia agli abiti che necessitano di interventi di sartoria, fino ai servizi postali come bollette o ritiro e spedizione di pacchi. Infine, abbiamo introdotto una nuova operazione di welfare aziendale denominata ‘We Care Program’, che va ad aggiungersi a You Salus, la polizza sanitaria della quale usufruiscono da gennaio 2022 tutte le lavoratrici ed i lavoratori della Problem Solving. Grazie al nuovo programma la copertura sanitaria sarà rafforzata per includere anche gli esami più importanti per una corretta prevenzione”.

È possibile considerare queste misure come una forma di investimento e non di assistenzialismo?

“Certamente. Investiamo nel nostro personale perché crediamo nello human value, un principio che abbiamo fatto nostro e cerchiamo di applicare a ogni aspetto della vita aziendale. L’energia che una donna, e in particolar modo una mamma, è in grado di mettere a disposizione nel suo lavoro, se messa in condizione di assoluto riguardo e in un ambiente lavorativo favorevole, è davvero notevole”.

Investire nella salute e nel benessere del personale incide anche sulla performance aziendale?

“È proprio così e i risultati sono sorprendenti, perché a guadagnarci sono sia le lavoratrici che l’azienda. Basti pensare che negli ultimi due anni, nonostante la crisi sanitaria, la nostra azienda ha fatto registrare un incremento di fatturato del 30%. Siamo cresciuti soprattutto nel periodo delle prime chiusure, riuscendo così ad ampliare il numero delle aziende