San Cesareo Viva fa il bilancio dopo due anni di Giunta Sabelli

Intervista a tutto campo con il segretario di San Cesareo Viva e fondatore di Italia Viva in città Stefano Sabbatucci

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Chat San Cesareo Viva

In questi giorni ricorre l’anniversario del primo biennio dell’Amministrazione Sabelli (Pd) di San Cesareo. Facciamo il punto su questo ed altro con il segretario di San Cesareo Viva Stefano Sabbatucci

Segretario ieri ricorrevano i due anni di amministrazione Sabelli: che voto gli dà?

“Basso, purtroppo. Ma non per l’incompetenza che molti sottolineano. Era facile prevedere che diversi membri dell’amministrazione non fossero preparati, ma per l’atteggiamento. L’incompetenza è un limite che puoi superare se hai l’umiltà di studiare e confrontarti. Se all’incompetenza aggiungi invece l’arroganza non ne esci più”;

Parte subito all’attacco: non le pare di essere troppo severo?

“Sono stati loro a promettere l’amministrazione dei “Cambiamenti”, un nuovo modo di governare il Paese fatto di partecipazione, trasparenza, confronti, aperture. E invece…”;

E invece?

“Hanno tradito la loro promessa. Non è cambiato nulla. Si sono rinchiusi nel fortino coi loro fedelissimi che li applaudono e ripetono che “tutto va bene madama la marchesa”;

Succede a tutti di cambiare idea, lei ha una laurea in giurisprudenza e ora lavora nel marketing.  Ha iniziato la sua attività politica nella sinistra giovanile e da poco ha fondato un comitato di Italia Viva a San Cesareo. Non le pare che anche lei inizi in un modo e finisca in un altro?

“(Ride) Vedo che è ben informato.. E’ vero, ma a mia madre avevo promesso una laurea non una toga da avvocato. Poi se ci pensa bene… la laurea in giurisprudenza ti insegna a stare al mondo, il lavoro nel digital ti permette di cambiarlo. Gli anni nella sinistra giovanile ti regalano grandi sogni, Italia Viva ti dà l’opportunità di concretizzarne qualcuno”;

Ci parli un po’ di lei. Chi è Stefano Sabbatucci?

“Ma non dovevamo parlare di San Cesareo?”;

 Si sbottoni. A parte la politica cosa le piace fare?

“Amo farmi delle belle passeggiate in bici con mia figlia appena finisco di lavorare”;

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Stefano Sabbatucci

Squadra del cuore?

“Inter. Sono diventano interista quando tutti i miei amici juventini, milanisti, laziali, romanisti alzavano coppe e collezionavano trofei mentre io piangevo all’Olimpico con Ronaldo. Poi però vincere è stato ancora più bello. Sarà per quello che ho sempre scelto il sentiero più impervio”;

Un suo pregio e un suo difetto

“Sono determinato, quando prendo un impegno lo devo portare a termine a tutti i costi. Talvolta diventa quasi un’ossessione”;

Non mi dirà vero che il forte senso del dovere è il suo difetto?

“(Ride) C’ho provato. Sono permaloso. Ma per i difetti chieda meglio alla mia compagna, ha una lista che aggiorna quotidianamente”;

Ma è vero che lei stava per diventare segretario del Pd di San Cesareo?

“Lo confesso. Mancava poco all’incoronazione. Poi però le strade del Pd con la scissione di Renzi si sono divise e io come al solito ho scelto il sentiero più impegnativo, ma più affascinante”;

Un bell’affare lasciare il partito del potere che governa il suo Comune per gettarsi in quest’avventura

“Mah, col senno di poi è andata per tutti meglio così. Non sono mai stato un signor sì. Probabilmente sarei durato da Natale a Capodanno. E poi, le confesso, che dentro Italia Viva abbiamo coltivato subito degli splendidi rapporti con dirigenti provinciali, deputati, senatori. Abbiamo totale libertà di manovra e un supporto costante in tutte le nostre attività”;

Quando ha deciso di fondare il circolo di Italia Viva San Cesareo?

“San Cesareo Viva, ci tengo a sottolineare l’elemento identitario. Ad ottobre, insieme ad altri amici, molti dei quali provenienti dal Pd. Ci siamo guardati in faccia e c’è venuto naturale intraprendere la sfida più difficile, ma più bella, quella in cui cui potevamo esprimere meglio la nostra idea di Paese”;

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Qualcuno dice che siete eccessivamente polemici con l’Amministrazione. Non gliene lasciate passare una

“Macché, troppe volte lasciamo correre. La verità è che questo Paese non è abituato ad avere una vera opposizione, nessuno si azzarda mai a dire in pubblico che il “Re è nudo”. Poi però in privato si sfogano…”;

Perché secondo lei?

“Perché non esiste la voglia e il coraggio di fare davvero politica. Non esistono i partiti. San Cesareo ha ormai più di 15.000 abitanti e noi siamo l’unico partito vivo e vitale nel territorio. Gli altri non esistono, resuscitano solo per qualche giorno poco prima delle elezioni. E non sa quanto ci piacerebbe organizzare dei confronti con altri partiti”;

Ci vuole un bel coraggio a difendere i partiti in questi anni

“Il populismo e l’antipolitica non hanno mai portato da nessuna parte. E poi i partiti a livello locale non sono luoghi dove spartirsi poltrone, ma laboratori dove maturare idee per il Paese, luoghi di confronto e dialogo. E noi siamo l’unico partito a San Cesareo. Tanto è vero che riceviamo attestati di stima, richieste di adesione da parte di persone e consiglieri politicamente molto lontani da noi da sinistra a destra”;

Come mai non esistono altri partiti a San Cesareo?

“Fare politica, fondare un partito è un lavoro, non retribuito. Nella nostra chat di What’s App ci sono persone che si alzano all’alba e iniziano a scrivere idee per il Paese e altre che continuano la discussione mandando vocali fino a mezzanotte. Noi quotidianamente ci confrontiamo su tutto quello che accade in Paese e pensiamo a come poter offrire il nostro contribuito. Conciliare tutto questo con lavoro e famiglia non è sempre facile. Servono almeno due condizioni”;

Quali?

“Un grande amore per il tuo Paese e un partner disposto a sopportarti”;

Che cosa significa per lei fare politica?

“Significa non accontentarsi. Non rassegnarsi alle cose che non vanno. La politica è immaginazione, coraggio, studio, voglia di fare. Per me fare politica significa lasciare un segno, contribuire attraverso le mie competenze e il mio lavoro al benessere della mia comunità. E magari un giorno mia figlia potrà dire “Questa opera qui l’ha fatta mio papa’”. Cosa c’è di più bello della politica?”;

Meglio la politica idealista degli anni della gioventù o quella più pragmatica di oggi?

“Senza un ideale forte smetti presto di fare politica. Senza dei risultati concreti da portare a casa non è politica, ma filosofia. A 18 anni entravo in sezione per immaginare una società più equa, ma l’emozione di vedere asfaltare una strada dopo una mia sollecitazione ancora me la ricordo oggi. Sono ancora abbastanza giovane per conciliare entrambi questi aspetti”;

Torniamo all’Amministrazione. 2 cose che la fanno più arrabbiare di questa Giunta?

“La rassegnazione nell’affrontare i problemi più difficili e la scarsa propensione al confronto”;

Esempio?

“Potrei parlarle delle opere pubbliche, del mercato contadino, del Mister pack… 3 “iniziative” completamente diverse, ma accomunate da un identico modo di governare: non cercare nuove soluzioni, ma nascondere i vecchi problemi.  I lavori per i servizi essenziali delle periferie non partono? “Eh, non è colpa nostra…”. La rotatoria è brutta e poco funzionale? “Tenetevela così”. Il mercatino perde visitatori e iscritti? “Pazienza”. Le persone sono infuriate perché trovano Mister Pack sempre pieno? “Problemi loro””;

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San Cesareo

Sui social qualcuno scrive che anche voi dovreste essere più collaborativi.

“In meno di un anno abbiamo avanzato più proposte di quante ne abbia mai fatte chiunque altro nell’arco di una consiliatura”;

Tipo?

“Tipo la proposta di mozione per il gemellaggio con Capranica. Tipo la proposta di mozione per la Segre. Tipo la proposta di aprire un tavolo per salvare il commercio locale, ridisegnare la rotatoria o salvare il mercatino”;

Tutte inascoltate?

“Tutte. La verità è che qualsiasi contributo esterno non viene visto dall’Amministrazione come un’occasione di confronto per migliorare le cose, ma come un’indebita ingerenza. Ma si può governare un Paese con questa arroganza? Sono in evidente difficoltà su tutti i fronti e rifiutano qualsiasi tipo di aiuto”;

Forse perché vi ponete in modo troppo ostile nei loro confronti?

“Sì, all’inizio pensavo anche io fosse una sorta di ripicca “Voi ci criticate e noi non vi ascoltiamo”, ora, dopo aver visto che lo stesso è stato fatto anche ad altri soggetti, credo sia molto peggio. E’ proprio una forma mentis. Io comando, io decido e io ascolto solo la mia cerchia di fedelissimi. Comunque a breve avremo la prova del nove. Stiamo per presentare il più bel progetto verde che si sia mai visto a San Cesareo”;

Ce lo racconti

“Non posso dire nulla altrimenti mi sfiduciano subito. Le anticipo solo il nome: SanCesareoLand”;

Altri buoni propositi?

“Uscire dalla rete”;

Prego?

“Sì, bello fare politica sui social network per carità, ma adesso basta. Appena si potrà compriamo un gazebo e giriamo il Paese partendo dalle periferie per ascoltare i disagi e le proposte delle persone. Vogliamo consultare i comitati di zona, le associazioni di volontariato, le autorità locali, i dirigenti comunali. Vogliamo confrontarci in piazza coi cittadini senza i filtri di uno schermo”;

Gioco della torre, chi salva di questa Maggioranza?

“Sicuramente i 2 più giovani, Ricchezza e Strabioli. Mi ha colpito la rapidità e la determinazione con cui hanno portato subito a casa i primi risultati (Piedibus, Consiglio Comunale in streaming). Si vede che i giovani hanno un altro passo. E poi l’assessore al bilancio Arianna Bellia un po’ perché la conosco e vedo quanta passione ci sta mettendo nel suo lavoro dopo anni all’opposizione e un po’ perché vogliamo darle fiducia per il piano regolatore, un’opera che questo Paese attende da 30 anni”;

Chi butta giù?

“Ecco però ci piacerebbe che l’assessore Bellia condividesse con il Paese le linee guida che ispireranno la nuova San Cesareo. Possibile che un progetto di questa portata non venga pensato insieme ai cittadini?”;

La domanda era un’altra.

“Non voglio buttare giù nessuno, ma vorrei aiutare a scendere dalla torre in cui si sono rinchiusi tutti quelli che stanno gestendo questo paese come fosse casa loro. Quelli che fingono di non accorgersi dei problemi. Quelli che invece di cercare di rimediare ai loro errori schierano orde di profili fake per buttarla in caciara. Ecco a tutti questi dico, scendete dalla torre, fate un bagno di umiltà e confrontatevi con chi la pensa diversamente. Fatelo per voi, fatelo per il Paese. Siete ancora in tempo”;

Sembra quasi una mano tesa questo suo epilogo. Vuole dare un lieto fine a questa intervista?

“Ma sì certo, detesto chiudere le porte a casa figuriamoci in politica. Ho sempre rifiutato il motto tipico dell’opposizione “Tanto peggio tanto meglio”. Chi vuole bene al proprio Paese non può che sperare che l’Amministrazione capisca presto i suoi errori e governi bene. Noi non ci stancheremo mai di mettere a disposizione del Paese le nostre idee e il nostro lavoro”.