La sanità italiana non eccelle certo per efficienza, casi di malasanità sempre più frequenti, liste di attesa sempre più lunghe e a pagarne le spese, in tutti i sensi, sono i cittadini, lavoratori che si trovano in busta paga ritenute destinate anche alle ASL e che non godono dei servizi dei quali avrebbero diritto. Nel Lazio la sanità si è risollevata dalla crisi nella quale era piombata, almeno a quanto afferma il presidente della Regione Nicola Zingaretti, perlomeno è uscita dal commissariamento, ma veramente nella regione Lazio la sanità ha rialzato la testa? Prende la parola Carlo Spinelli, coordinatore provinciale romano del movimento Italia dei Diritti e candidato presidente alla Regione Lazio del movimento stesso: “Sicuramente la Giunta Zingaretti ha lavorato abbastanza bene per la sanità se si pensa che da un debito di 1,96 miliardi di Euro nel 2007 (circa 400 Euro a cittadino) si è passati a 137 milioni nella metà del 2016, una riduzione molto importante, ma il lavoro da fare è ancora tanto. Le liste di attesa sono ancora lunghe, solo il 64% delle prestazioni viene erogata entro i tempi massimi previsti, addirittura per un ecografia all’addome si aspettano oltre 300 giorni nelle ASL Rm B ed F, i pronto soccorso sono sempre pieni e disorganizzati, è di pochi giorni fa – continua Spinelli – la richiesta di intervento dei carabinieri al pronto soccorso di Velletri dove era in servizio un solo medico che non riusciva a far fronte alle richieste di primo soccorso dei numerosi utenti bisognosi di cure. Ma al di là dei tempi di attesa o dei pronto soccorso che non soddisfano le esigenze dei cittadini, voglio soffermarmi sulle prescrizioni degli esami strumentali; le ASL diramano periodicamente delle circolari dove si invitano i medici di base a rimandare i propri pazienti presso specialisti per la prescrizione di esami strumentali appunto. Molti medici giovani, timorosi di eventuali controlli da parte delle ASL stesse sul loro operato, non si prendono le responsabilità di prescrivere ecografie, tac e quant’altro ed invitano i propri pazienti a rivolgersi a specialisti, spesso ricorrendo a visite a pagamento, per la prescrizione di un esame, risultato altri soldi spesi (oltre a quelli che già vengono prelevati dalle buste paga sotto forma di ritenute) ed un passaggio in più. Soltanto i medici con i capelli bianchi – prosegue il candidato governatore dell’ IDD – non tengono conto delle direttive e prescrivono esami strumentali direttamente ai propri pazienti. Aggiungo poi che anche per un intervento chirurgico (ad esempio asportazione di un menisco) nonostante sia palese dagli esami strumentali la necessità di ricorrere ad un operazione, si deve passare tramite il medico specialista (visita quasi sempre privata a pagamento) prima del ricovero in struttura pubblica o convenzionata. Questo modus operandi deve finire e quando sarò in consiglio regionale – continua ancora Carlo Spinelli – mi batterò affinché non si debba passare per forza attraverso visite private specialistiche a pagamento sia per accedere ad esami strumentali, sia per affrontare un intervento chirurgico. Chi già paga la sanità pubblica – conclude Spinelli – deve avere un servizio più snello e soprattutto, totalmente gratuito”.
Sanità nel Lazio, parla Carlo Spinelli
Spinelli, “Liste di attesa lunghe, pronto soccorso affollati e soprattutto visite obbligate a pagamento. Mi batterò in Regione perché tutto questo finisca”