Sanremo 2016, un grande party

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Sanremo 2016
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Sanremo 2016

Subito dopo la prima diretta ho letto di un giornalista che definiva Sanremo 2016 un Funeral Party, al contrario io abolirei ogni forma di pregiudizio e di malelingue definendo il Festival appena concluso semplicemente come un Grande Party, nonché un Grande Show.

Dopo tanti Festival soporiferi (primo fra tutti quello dell’accoppiata Fazio-Littizzetto) finalmente un Festival come si deve, movimentato, autentico, culturale e allo stesso tempo semplice, lo testimonia il fatto che è stato seguitissimo anche dai più giovani (15-24 anni).

Assolutamente vincente la conduzione, Carlo Conti nonostante sia stato tacciato di mediocrità ha dimostrato di saper fare benissimo il suo mestiere tenendo testa al palco dell’Ariston, uno dei più temuti di sempre, con un ritmo instancabile, fermezza e professionalità senza mai un attimo di esitazione tanto da essere stato già confermato per Sanremo 2017.

Una delle personalità più amate è stata senza dubbio quella di Virginia Raffaele, una grande performer, talentuosa, poliedrica e completamente disinvolta nelle vesti dei suoi personaggi a cui riesce sempre a rubare l’anima per qualche ora.
Al povero Gabriel Garko gliene sono state dette di tutti i colori, che non sa parlare, che la sua faccia è tutta gonfia, che è un uomo oggetto e addirittura, non so come sia possibile ma ho sentito dire che è brutto, sicuramente quei ritocchini non erano necessari e non lo hanno migliorato ma brutto mi sembra davvero che sia uscito dalla bocca dell’invidia! E’ vero il bel Garko è stato impacciato, emotivo e ha fatto diverse gaffe ma a me è piaciuto proprio per questo, finalmente abbiamo conosciuto un ragazzo più vero e reale che è finalmente uscito fuori dal solito stereotipo del Playboy ridendo di se stesso. Mi piacerebbe venisse riconfermato il prossimo anno. Madalina Ghenea una femme fatale con la semplicità della ragazza della porta accanto, un connubio raro finalmente lontano dalle solite artefatte.

Al Festival di Sanremo 2016 non sono mancate importanti lezioni di vita, tra gli ospiti d’onore al primo posto c’è sicuramente il maestro di vita e di musica Ezio Bosso che con grande ironia ci ha regalato attraverso la teoria delle 12 stanze una visione diversa della vita e della morte e ci ha insegnato che la musica è una magia e che perdersi non significa che dobbiamo aver paura ma al contrario, vuol dire perdere la paura ed essere liberi ma soprattutto ci ha insegnato che tutti noi possiamo attraversare la nostra stanza buia e uscirne vincenti.
Per quanto riguarda i veri protagonisti, ossià gli artisti in gara, avrei voluto sul podio indipendentemente dalla vittoria, Patty Pravo, Annalisa e Valerio Scanu ma gli Stadio, vincitori di questo Sanremo 2016, hanno presentato un testo molto profondo e nuovo che affronta il tema della paternità e questo li ha distinti tra tutti, una grande emozione vedere Gaetano, il frontman degli Stadio commuoversi per la vittoria che non si aspettava.

Il merito va anche ai giovani rapper napoletani, Rocco Hunt che ha portato un’ondata di energia con la sua Wakeup e Clementino che con un timbro vocale inconfondibile riesce a raccontare delle intense storie di vita come se fossero fiabe.
Improponibili i Bluvertigo, molto perplessa sulla quarta posizione conquistata da Enrico Ruggeri, anonimi Lorenzo Fragola e Irene Fornaciari.

Dopo tanti anni di Festival in cui la noia mi costringeva a cambiar canale, quest’anno non solo non mi sono persa una serata ma è nato in me un desiderio, forse irrealizzabile dato i costi delle poltrone dell’Ariston, quello di andare a vedere il Festival di Sanremo dal vivo, chissà se ci riuscirò ma una cosa è certa la musica riesce sempre a far sognare.