Sconfitto il draghismo in Italia rinasce la sinistra senza aggettivi ne trattini

L'editoriale del direttore Andrea Titti a commento dei risultati elettorali del 25 Settembre

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Giuseppe Conte e Mario Draghi - Foto tratta dal web

Oltre al trionfo di Giorgia Meloni e l’affermazione del centrodestra, di cui ci occuperemo diffusamente,  ci sono due dati politici che emergono dai risultati elettorali.

LA SCONFITTA DEL DRAGHISMO:

Il più evidente è la sconfitta del “draghismo”, con la pesante penalizzazione di tutti i partiti che hanno partecipato all’ultima esperienza di governo, ma più in generale ad un intero sistema che da 10 anni ha pensato di poter sopravvivere perpetuando governi a guida tecnica o esterna al Parlamento, maggioranze trasversali o larghe coalizioni.

A dire la verità gli elettori avevano fatto di tutto per far capire ai leader che occorresse cambiare schema, ma questi ultimi sono stati ostinatamente sordi ad ogni segnale che arrivasse dal mondo reale, troppo impegnati dalle vicende della loro bolla.

Il risultato sotto le attese del cosiddetto Terzo Polo, che poi è il quarto e per distacco, rappresenta il paradigma di tutto ciò. Calenda e Renzi si sono eretti a numi tutelari di Mario Draghi, presumibilmente a sua insaputa e comunque contro la sua volontà, pompatissimi dai media, raccontavano agli elettori un mondo che non esiste, fantasma come il loro candidato a Palazzo Chigi.

Nel 2013 Mario Monti, addirittura candidandosi in prima persona, almeno ci ha messo la faccia, raccolse poco meno del 10%, così come il 7% della strana coppia di oggi, significa che in Italia non c’è spazio per una proposta politica che non riconosce l’esistenza di una destra ed una sinistra, pensando di sostituire queste categorie della politica, e della democrazia, con un non meglio precisato concetto di competenza, capacità e pragmatismo, di cui non si capiscono ne contorni ne orizzonti, che in genere finisce per essere immiserito da egocentrici personalismi.

Ci si rifà all’esperienza dei gruppi centristi del Parlamento di Strasburgo, ieri i Liberal-Democratici, oggi Renew Europe, non capendo che è proprio l’idea da cui quei gruppi sono nati, ossia quello di condizionare le grandi famiglie fungendo da ago della bilancia che è rifiutata dagli elettori. In più, appare talmente priva di prospettiva che, anche all’Europarlamento si intravvede una nuova stagione basata sul bipolarismo tra centrodestra e centrosinistra, che metterà il centrismo davanti alla necessità di scegliere, a Bruxelles come a Roma.

NASCE LA SINISTRA SENZA TRATTINO E AGGETTIVI:

L’altro dato è la rinascita di una sinistra, senza alcun trattino ne aggettivi, alla sinistra del Pd. Una sinistra consistente rappresentata dai Cinque Stelle, che se aggiungessimo anche Sinistra Italiana e Verdi, con il loro ottimo risultato, arriverebbe al 18%, pareggiando le cifre del Pd. Non era mai accaduto dallo scioglimento del PCI.

Chi vi scrive non è sospettabile di simpatie contiane, considerando l’uomo non all’altezza, ma sarebbe intellettualmente disonesto non riconoscergli in questa fase una capacità tattica e strategica di tutto rilievo e ben superiore a tanti altri professoroni della Sorbona.

Se fossi un dirigente del Partito Democratico mi preoccuperei molto di questo fenomeno, più che del prossimo congresso, perché potrebbe essere troppo tardi ed i Dem potrebbero avere già perso il monopolio della sinistra e del suo elettorato in Italia.