Sochi 2014, oro di Bjorndalen il Re è sempre il Re

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daehlie e bjorndalen
Daelhie e Bjorndalen

 

daehlie e bjorndalen
Daelhie e Bjorndalen

Da Tora Bora

Stavo tanto bene in Afgansitan, stavo riposando tante bene preparandomi nel mio nascondiglio a seguire Sochi nel silenzio per non farmi disturbare. Invece Meta Magazine mi ha richiamato, diciamo così per non dire obbligato a seguire per il giornale i Giochi ed eccomi a raccontare la prima giornata di gare.

Nella giornata del rendez vous e dello sperem azzurro Armin Zoeggler salvaci tu (e regalaci la prima medaglia) i riflettori sono solo per re e regine.

A chi segue gli sport invernali dicono tutto i nomi di Bjorndalen, Bjorgen e Kramer, i tre ori di oggi, i tre ori di quattro anni fa o di 16 anni fa.

Come Ole Einar che a 40anni si regala il tris d’oro nella sprint dopo quelli conquistati a Nagano nel 1998 e a Salt Lake City nel 2002.

La grandezza della prova del norvegese è tutto in questo dato e nelle dodici medaglie olimpiche che lo vedono affiancato al mito Bjorn Daehlie come numero di metalli a cinque cerchi, la tredicesima magari l’oro gli permetterebbe il sorpasso come quantità e qualità: avrà oltre che l’inseguimento, l’individuale e soprattutto la staffetta per riuscirci.

Riuscire dopo in quello che ha già fatto a livello di titoli e medaglie mondiali (mostruoso il numero di 39 metalli di Ole, di cui 19 d’oro, contro i pur ragguardevoli 17 di Bjorn, di cui 9 d’oro).

Sono tante le storie da raccontare, soprattutto quelle di Marit Bjoergen e Sven Kramer, se l’olandese bissa “solo” l’oro nei 5000 mt di pattinaggio la fondista norvegese bissa l’oro nell’ex Gundersen (come si diceva una volta) e aggiunge ad un palmares invidiabile l’ennesimo alloro.

Ci sono anche altri Re come Armin Zoeggler che ha messo una seria ipoteca alla sesta medaglia olimpica in sei partecipazioni: terzo dietro l’imprendibile Loch ed un Demchenko tornato ai fasti di qualche anno fa. Il grande Ambesi parla di materiali monstre e al cospetto del maestro commentatore degli sport invernali c’è da fidarsi e da fare chapeau al 42enne russo.

C’è invece chi perde ed è più felice di chi vince come Charlotte Kalla dietro regina Marit, ci sono due sorelle che fanno doppietta nel Freestyle le canadesi Lapointe.

L’Italia che si affaccia a questi Giochi con sospetto e la paura di rivivere la mediocrità canadese fa bene un po’ in ogni gara: la Piller arriva sedicesima nello Skiathlon, dietro il grande Armin è ottavo Fishnaller che paga lo scotto del debutto olimpico e di una pista con cui non c’è feeling, ancora dietro l’altro giovane azzurro Rieder. Qualificato Colloredo da undicesimo nel trampolino piccolo, più a fatica Bresadola mentre solo Dellasega fallisce l’appuntamento con i salti finali, che non ha mancato Morgenstein dopo la brutta caduta di pochi mesi fa.

Molto bene nel pattinaggio Carolina Kostner ma anche le coppie azzurre. Non vale per le medaglie, ma “solo” per il team event in cui l’Italia va in finale: un buon inizio comunque.

Peccato per il decimo bersaglio di Lukas Hofer nella sprint di Biathlon, anche se il 10 su 10 non avrebbe dato medaglia avrebbe dato meno distacco nell’inseguimento di lunedì, bene anche Windisch undicesimo avanti a Lukas, meno bene De Lorenzi con un errore per poligono.

Ora di pensare a domani la discesa è a poche ore da un nuovo giorno olimpico_ Bode Miller entra in conclave da Papa dopo aver dominato la terza prova, oggi bene Fill e Heel. Precedere un certo slittinista (sperem siempre) nella conquista della medaglia sarebbe il massimo, non è facile, ma tranne Paris anche Innerhofer si gioca qualcosa di importante.

Buona notte da Tora Bora

Buon #MetaSochi2014

saluti da Eretico