Social nel tempo del coronavirus

In un mondo che si chiude sempre di più al contatto personale, i social ampliano i propri orizzonti diventando le “nuove piazze” delle città

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Social Coronavirus

In un mondo che si chiude sempre di più al contatto personale, i social ampliano i propri orizzonti diventando le “nuove piazze” delle città, se non un’unica grande piazza mondiale.

Le piattaforme web sono diventate un grande punto di raccolta per la popolazione, che si fa forza attraverso il loro utilizzo per superare questo momento di crisi sanitaria. È il “tempo del coronavirus”, e una delle sfide più grandi è riuscire a rimanere sereni, nonostante la lontananza forzata e le paure di contagio. L’uomo è un animale sociale, affermava Aristotele. In effetti si sta avvertendo questa situazione di distacco come un peso contro natura ma necessario, eppure si riescono a tamponare le mancanze con l’utilizzo ormai quotidiano dei social. Permettono di rimanere uniti, supportarsi e soprattutto comunicare, tenersi aggiornati e scambiarsi notizie. L’uso buono sta prevalendo su quello cattivo. Tante le iniziative che nascono puramente online, come la presenza attiva di influencer, personaggi del cinema e televisivi che cercano di intrattenere chi li segue. Si cerca di strappare sorrisi e ci si scambia consigli per tenersi occupati: gli chef condividono da casa le loro ricette, i personal trainer continuano ad allenare attraverso una webcam, gli editori guidano nelle scelte dei libri da leggere per coltivare se stessi e passare il tempo…insomma una grande collaborazione collettiva, che non si limita qui, ma scava più a fondo perché vuole fare di più. I social hanno permesso la raccolta di fondi ingenti, devoluti alle strutture ospedaliere dei centri più colpiti, per l’accrescimento e il rinforzo delle terapie intensive. È stato favorito il diffondersi di una solidarietà che non chiede nulla in cambio e dona con generosità. Sono nati buoni esempi da seguire, iniziative come donazioni di viveri essenziali, servizi per gli anziani (sempre con le dovute precauzioni). Sono stati diffusi contatti a cui fare riferimento in casi di difficoltà di qualsiasi natura. La stessa educazione ai comportamenti da assumere durante la situazione di emergenza si deve in parte alla loro funzione sociale. Abbiamo finalmente capito che se l’altro non sta bene, anche noi non possiamo stare bene. Paradossalmente si potrebbe affermare che oggi siamo molto più in contatto di quanto lo fossimo prima, nonostante ciò è indubbio che una piattaforma online non potrà mai soppiantare del tutto una vita sociale concreta, di cui si sta avvertendo una generale mancanza.