Soul Boys of the western world

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Spandau-Ballet-soul-boysSe gli anni ’80 resteranno per sempre una pietra miliare nella storia del costume e della cultura del secolo scorso, di certo gli Spandau Ballet rappresentano, con i loro 25 milioni di dischi venduti nel mondo e 23 singoli in hit parade, una delle band più iconiche, sconvolgenti e rivoluzionarie di quello straordinario decennio, pionieri di un nuovo pop destinato ad attraversare il globo. Con il film Soul Boys of the Western World, il loro è un ritorno in grande stile. L’opera è presentata dalla regista londinese George Henckon, che ha voluto raccontare la storia di un gruppo di ragazzi della classe operaia di Londra che è stato capace di creare un impero musicale globale. Tony Hadley, Steve Norman, John Keeble e i fratelli Martin e Gary Kemp vengono così raccontati attraverso filmati personali e materiale recentemente riportato alla luce, in quello che è l’affresco emozionante, intenso e possente di un’intera epoca che ha fatto storia. Dal costume alla musica, dai film alle tendenze, gli anni Ottanta hanno creato un mondo capace di scatenare emozioni e lasciar sbizzarrire l’immaginario comune. Inizialmente ispirati dal funk, il gruppo New Romantic degli Spands (così erano conosciuti in breve dai loro numerosi fan, mentre in Italia si preferiva semplicemente l’elemento germanofono del nome, Spandau) maturò infine uno stile molto elegante e raffinato, principalmente pop, con venature leggermente rock a tratti, e spiccatamente soul nelle melodie vocali e nell’uso del sax. La storia del gruppo inizia nel 1976 (i primi anni, si chiamavano ancora “The Cut”) con Gary Kemp (cantante/compositore) e Steve Norman (chitarra, in seguito sassofono e percussioni) che frequentavano la stessa scuola ad Islington (quartiere a nord di Londra). Condividevano l’amore per la musica e il comune desiderio di formare una band. Poi arrivarono John Keeble e il cantante solista Tony Hadley. Il ruolo del bassista, infine, fu rilevato da Martin Kemp, che si unì al resto del gruppo un paio di anni dopo. Da questo momento in poi, la formazione rimarrà sempre la stessa, fino allo scioglimento nel 1989. Il gruppo iniziò a suonare attorno a Londra, provocando molti commenti positivi. Seguirono vari album, il successo internazionale e tour mondiali. L’enorme successo della band fu suggellato dalla partecipazione, nell’estate del 1985, al Live Aid allo stadio di Wembley, organizzato da Bob Geldof per raccogliere fondi per combattere la carestia in Etiopia.La loro reunion risale al 2009.

In conferenza stampa, i cinque e la regista George Henckon hanno incontrato i giornalisti:

Quali sono i vostri gusti cinematografici?

GARY: Arancia Meccanica di Kubrick, i primi film di Hitchkock, i film di Chaplin e poi i film su Londra come London – The Modern Babelon di Julien Temple e The London nobody knows di Norman Cohen.

TONY: Goodfellas di Scorsese.

Come è nato il film?

HENCKON: L’unico modo per realizzare un film sugli Spandau è raccontare da dove vengono. Ho visionato più di 300 ore di materiale d’archivio. Con questo tipo di materiale è come fare una caccia al tesoro: l’impostazione dipende da quello che trovi. E’ stato come fare un viaggio nel tempo.

TONY: Il film descrive le nostre origini, il quartiere da dove venivamo, ma anche i tumulti degli anni ‘70/’80, la disoccupazione, i problemi del paese…

MARTIN: George è stata bravissima perché è riuscita a raccontare più storie, quella del gruppo e le nostre personali.

Cosa hanno rappresentato gli Spandau in Italia e come avete percepito il rapporto col pubblico italiano?

MARTIN: In Italia siamo arrivati più tardi rispetto agli altri paesi. Gli Italiani hanno cominciato ad amarci quando è nata Mtv ed è cominciata la moda dei videoclip musicali, ma in Italia il pubblico rispetto agli altri paesi  è sempre stato molto vario.

E’ vera la rivalità con i Duran Duran di cui si parla nel film?

TONY: Sì tutti li consideravano nostri concorrenti.

Come giudicate le nuove band?

TONY: Oggi ci sono molte nuove boyband ma la difficoltà è vendere.

Nel film vediamo che andate al concerto dei Sex Pistols. Che rapporto avete col punk?

GARY: Eravamo amici a scuola, ascoltavamo anche il punk. Eravamo tutti molto eclettici, a Londra c’erano varie tribù, abbiamo trovato la nostra identità nella musica.

Il film anticipa un tour, il Soul boys of the Western World Tour, che nel 2015 porterà il gruppo in Italia in cinque date: il 24 marzo a Milano, il 26 a Torino, il 27 a Padova, il 28 a Firenze e il 30 a Roma. I fan nostalgici sono avvertiti.