Nelle prime ore della crisi che hanno portato all’invasione Russa dell’Ucraina, sul sito dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani (ANPI), si è letto che: “Il riconoscimento dell’indipendenza del Donbass da parte della Russia può portare il mondo a un passo dalla guerra ed è l’ultimo drammatico atto di una sequenza di eventi innescata dal continuo allargamento della Nato ad Est, vissuto legittimamente da Mosca come una crescente minaccia”. Per questo l’Anpi auspica una trattativa guidata dall’Onu per ottenere una serie di condizioni”. Il testo ha fatto molto discutere, tanto che dalla segreteria nazionale ANPI si è sentito il bisogno di uscire con una precisazione, pubblicata anche sulla pagina Facebook nazionale, che aggiustava il tiro, rispetto a quello che a tutti gli effetti è sembrato uno schieramento a sostegno di Putin. La cosa non è piaciuta al giornalista de Il Foglio Luciano Capone che, ha pubblicato Gli screenshot del documento ufficiale su Twitter, commentando con la parola “vergogna”. Tutto questo ha scatenato l’odio dei sostenitori della posizione filo russa dell’ANPI, ma anche le prese di distanza di alcuni iscritti, o ex iscritti, che non condividono la deriva, a loro dire, antidemocratica, che l’associazione starebbe prendendo sui fatti di Ucraina.
E’ il caso di Benedetta Onori, giovane militante di Anguillara Sabazia, che per aver criticato la presa di posizione anti NATO dell’ANPI, è stata vittima di una campagna di attacchi offensivi sui social:
“Ero un’iscritta Anpi . E dico “ero” per chiarezza e dovere di cronaca. La mia coscienza mi ha impedito di condividere il comunicato nazionale del 22 febbraio sul conflitto russo-ucraino.
In questo momento così drammatico e delicato, le parole hanno un peso enorme. E utilizzarle con tale superficialità e leggerezza dimostra da un lato una profonda mancanza di rispetto del popolo ucraino, dall’altra una volontà chiara di smarcarsi dall’unità europea e atlantica richiesta a voce unica soprattutto in questa situazione.
Queste parole da molti iscritti sono state considerate come “compromesso” all’interno di una pluralità di legittime visioni, per me questo non è un compromesso, è voltare la testa dall’altra parte, significa non prendere posizione e avallarne altre, aberranti.
La mia decisione non sarà popolare, ma credo condivisa da tanti”.
“L’ANPI , in particolare la sezione a cui appartenevo, non ha gradito la mia legittima, doverosa presa di posizione contro il comunicato ufficiale sull’invasione russa in ucraina”. Ha aggiunto Benedetta, oggi dirigente di Italia Viva: “C’è chi ha detto che la mia è stata semplicemente “solo e soltanto ricerca di visibilità politica a discapito dell’Anpi e di tutto quello che di grande rappresenta”, oppure che “una maggiore solidità politica, che si acquista col tempo, non mi avrebbe fatto parlare di superficialità e leggerezza, o di mancanza di rispetto del popolo ucraino”. Non è finita: che “non a caso Salvini e Berlusconi sono i suoi sponsor” e ancora si ribatte sul fatto che sia “un mio personale riscontro politico”.
Rimango ovviamente basita da questi commenti, come rimango sinceramente contenta delle chiamate e dei messaggi di solidarietà che mi stanno arrivando. Perché no, non sono sola. Ringrazio alcuni amici del Partito Democratico, gli amici di battaglie condivise.
“Infatti Renzi l’ha imbucata al Senato” , questo forse il commento peggiore. Frutto di un’evidente concezione “clientelare” a cui probabilmente alcuni ex compagni di viaggio fanno fatica ad abbandonare e da cui ho sempre voluto mantenere le distanze. E mi dispiace deluderli, ma il mio lavoro me lo sono guadagnato. Quello che faccio ora, con tanto di regolare contribuzione a nemmeno trent’anni, è quello che ho fatto volontariamente per anni. A chi si riempie la bocca di lavoro giovanile, emergenza generazionale dovrebbe farsi un esame di coscienza e chiedere scusa per queste parole. Perché non siete stati “comprensivi con me” , sono stata io ad essere educata e rispettosa nonostante le vostre smorfie durante il mio intervento e il vostro domandarvi “chissà come ha fatto a salire su quel palco”. Probabilmente quello che sono e che faccio per qualcuno ha un valore, come lo ha per me, per le persone a me vicine, per la mia famiglia.
Con queste parole non mancate di rispetto soltanto a me, ma a tutte quelle ragazze, a quelle giovani donne che si impegnano giorno per giorno per costruire il proprio futuro, che a denti stretti passano oltre, quotidianamente, i vostri pensieri, pensieri di chi dovrebbe tutelare e difendere le loro scelte, la loro libertà sociale, lavorativa e personale.
E quello che più fa male è che queste parole vengono da chi mi conosce, e sa perfettamente chi sono e quanto non ho paura di dire la mia a testa alta e difenderla, fino alla fine. Chi mi conosce sa che non mi interessano le battaglie convenienti, ma quelle in cui credo davvero”. Conclude lo sfogo affidato ai social Benedetta Onori.