Dall’Agenzia di Stampa Dire – www.dire.it – La sentenza del Tar stabilisce che il regolamento del Consiglio Nazionale degli Ingegneri sulla procedura di elezione in via telematica per il rinnovo dei Consigli territoriali non rispettava l’articolo 51 della Costituzione. La presidente dell’Ordine provinciale di Roma Cappiello: “Bene così, valorizzare la diversità dei generi”
La battaglia dell’Ordine degli ingegneri della provincia di Roma per la tutela del diritto di riconoscimento di genere è stata vinta. Il 28 ottobre scorso il Tar del Lazio ha emanato una sentenza che conferma come il regolamento del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, recante la procedura di elezione in via telematica per il rinnovo dei Consigli territoriali dei vari ordini, non rispettasse l’articolo 51 della Costituzione, quello che garantisce l’accesso paritario per uomini e donne alle cariche pubbliche o elettive, senza discriminazioni.
Il Cni non avrebbe potuto incidere ed innovare sul punto il regolamento poi approvato dal ministero, a causa della mancanza di esplicite indicazioni derogatorie nelle norme di delega contenute agli articoli 31 e 31-bis del decreto-legge 28 ottobre 2020, n. 137, convertito con legge 18 dicembre 2020, n. 176. La vicenda e l’ultimo capitolo della storia, ovvero la decisione del Tar di dare ragione all’Ordine degli Ingegneri della provincia di Roma, atto che ora potrebbe anche diventare un precedente per molte altre categorie professionali, è stata resa nota dalla presidente dell’Ordine, Carla Cappiello, nel corso di un’intervista con l’agenzia Dire.
Presidente Cappiello, ci ricorda esattamente cosa è successo e che significato ha questa vittoria al Tar per le donne del vostro ordine e non solo?
“Per prima cosa vorrei dire che sono veramente contenta. Quanto avvenuto, se calato nel mondo dell’ingegneria, rappresenta una svolta epocale perché è stata garantita la rappresentanza di genere. La pandemia da Covid-19 ha creato l’opportunità del voto elettronico per il rinnovo dei Consigli degli Ordini territoriali, tramite una piattaforma realizzata recentemente dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri. Analizzando il nuovo regolamento elettorale, l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma ha riscontrato il mancato rispetto della parità di genere e di conseguenza la lesione delle pari opportunità di accesso ‘alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza’, come sancito dall’articolo 51 della Costituzione. L’azione giudiziaria si è resa, pertanto, necessaria. Il Tar del Lazio ha accolto l’istanza, annullando così il regolamento elettorale, che dovrà essere riscritto tenendo conto della rappresentanza di genere. Il mondo dell’ingegneria è sempre stato visto come un mondo al maschile. Ma in realtà non è più così: l’ingegneria oggi è anche al femminile e nel nostro ordine di 23mila iscritti abbiamo oltre il 20% di donne con una tendenza all’aumento del 2-3% l’anno. E questo è davvero un ottimo risultato”.
Oggi è il turno degli ingegneri. Ma questa sentenza potrebbe riguardare anche altri ordini professionali?
“Sì, il Tar ha messo un paletto fermo e importante. Ma ora si potrebbe creare un precedente anche per altre categorie professionali. È importante sottolineare che siamo consapevoli che il Cni non avrebbe potuto incidere ed innovare sul punto il regolamento poi approvato dal ministero, a causa della mancanza di esplicite indicazioni derogatorie nelle norme di delega contenute agli articoli 31 e 31-bis del decreto-legge 28 ottobre 2020, n. 137, convertito con legge 18 dicembre 2020, n. 176″.
Il vostro ricorso rilancia il tema delle quote rosa? Oppure la discussione riguarda più in generale il tema dei diritti delle donne nel mondo del lavoro?
“Non è un problema di quote rosa o di quote azzurre. Né di essere più bravi o meno bravi. Il tema è quello del rispetto delle quote di genere. Uomini e donne molte volte hanno un approccio differente rispetto a diverse tematiche. Un’integrazione di punti di vista diversi garantisce una maggiore efficacia alle azioni da intraprendere. Una composizione equilibrata tra uomini e donne anche nei Consigli degli Ordini può generare crescita e un confronto aperto dinnanzi a una diversità di pensiero. Questo è il motivo per cui devono essere valorizzati entrambi i generi, e la sentenza del Tar rappresenta un primo passo verso questa direzione. In un suo recente intervento il premier Mario Draghi ha affermato che bisogna lottare contro gli stereotipi di genere ed aumentare il numero di ragazze che scelgono di studiare le discipline scientifiche a scuola. Si deve assicurare la parità di condizioni nel mercato del lavoro. Si deve colmare il divario di retribuzione tra i generi ed aumentare il numero di donne in posizioni di responsabilità. Il risultato che l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma ha ottenuto (dopo la sentenza del Tar del Lazio, ndr) ci rende orgogliosi proprio per questo motivo”.
Cosa potrà cambiare con il nuovo regolamento alla luce delle modifiche che avete chiesto?
“Ora restiamo in attesa. Il Tar ha dato delle precise indicazioni e ora sta agli Organi competenti prendere le dovute decisioni in ottemperanza alla sentenza”.