Nicola Gallo scrive per Meta Magazine il suo diario olimpico per immagine. Una foto per ogni giorno di Tokyo 2020, le XXXII Olimpiadi estive in corso in Giappone.
Una nostra redatrice aggiunta (ci legge e si riconoscerà) mi ha scritto su What’s App: perchè non scrivere sulla Longo Borghini.
L’editore del giornale non porta le medaglie d’oro, ma aiuta nella raccolta di metalli meno nobili, ma comunque sempre di medaglie:
“Samele non è da medaglia d’oro”
“Le olandesi nel ciclismo possono arrivare primo, seconda, terza e quarta. Non c’è spazio per la Longo Borghini”
E invece Elisa, con quella tigna, quell’umiltà che la contraddistingue si è ripresa il bronzo come a Rio.
Elisa è una ciclista costruita, non è baciata dal talento puro delle Marianne Vos. E’ una piccola Maria Canins, più che una Fabiana Luperini.
Ha fatto un’intervista sulla Rai di una dolcezza commovente. Commossa com’era ricorda il suo brutto Giro d’Italia, la gente che la segue la voglia di vincere qualcosa per l’Italia.
Sarà retorica, ma Elisa è una bella persona che vince poco, ma c’è sempre. E nei medaglieri ai mondiali, agli europei alle olimpiadi c’è sempre.
Chiudo chi occhi e ricordo sempre il più bell’atto di ribellione di ciclismo che voglio dedicare a Elisa Longo Borghini: quando Pantani a furia di provare, riprovare, provare e riprovare ancora staccò Tonkov a Montecampione per vincere il Giro del 1998:
VIDEO Pantani stacca Tonkov a Montecampione: il Giro del ’98 è suo- Video Gazzetta.it
Grazie Elisa!