Ucraina, Alternativa Europea ricorda la strage sovietica dell’Holodomor

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Locandina proiezione documentario Holodomor - La Memoria Negata
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Locandina proiezione documentario Holodomor – La Memoria Negata

Sabato 21 Marzo alle ore 10:30 presso il Cinema Adriano di Roma in Piazza Cavour, 22b, Alternativa Europea, associazione impegnata nella promozione dei valori europei e convintamente federalista, organizza la proiezione del video documentario ‘Holodomor – La memoria negata’, con il patrocinio della Regione Lazio. A margine della proiezione interverranno Olimpia Troili, Presidente di Alternativa Europea, Francesca Lomastro, ricercatrice dell’Istituto per le ricerche di storia sociale e religiosa di Vicenza e Andrii Omelianiuk, Vicepresidente dell’Associazione Korda di Kiev. Holodomor è il nome della carestia che nei primi anni ’30 del secolo scorso ha provocato la morte per fame di milioni di contadini ucraini. Carestia non dovuta a fenomeni naturali ma indotta dal regime comunista sovietico come ritorsione nei confronti dell’Ucraina, ‘il granaio d’Europa’, per il rifiuto di adeguarsi alle politiche di collettivizzazione imposte dal nascente regime stalinista. La strage, che fu negata fino agli anni ’80 dalla storiografia ufficiale dell’U.R.S.S., intende essere riportata alla luce ed all’attenzione del pubblico internazionale da parte degli autori con questo documentario, ricco di testimonianze dirette e fondato su valide fonti storiche. “Far emergere vicende di una tale portata come quella dell’Holodomor, per troppo dimenticate, – dichiara Olimpia Troili Presidente di Alternativa Europea – è un dovere di chi come noi crede nella possibilità di imparare dalla Storia. La genesi del conflitto odierno tra Russia e Ucraina porta certamente, tra i fattori determinanti, il segno di pagine come questa. L’Unione Europea non può non avviare, anche tenendo conto di quanto verrà presentato nel documentario, una seria riflessione sui propri rapporti di medio e lungo periodo con Ucraina e Russia, anche in virtù del conflitto odierno che non cessa di interrogarci” conclude Troili.