Ripensare. Ripensare è il termine che maggiormente ho utilizzato in queste settimane in cui ci siamo fatti compagnia con Zona Mista.
Ripensare la sanità, ripensare la scuola, ripensare l’università, ripensare le residenze per anziani, ripensare il commercio, ripensare il lavoro, ripensare il calcio, ripensare lo sport.
Ripensare. Ripensare nel senso più pieno del termine. Ripensare nel senso di riprogettare. Un ripensare che affondi le sue origini nel COVID ma non si esaurisca con esso.
Il COVID ci ha travolti come una tempesta violentissima. Adesso sta passando. Per qualcuno è già passata. “Poi, quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c’è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato.”
Ho usato le parole di Murakami in “Kafka sulla spiaggia”. Ma coglie esattamente il punto del mio ripensare. La tempesta, passando, ci ha lasciati nudi, nudi con le nostre fragilità e debolezze. Fragilità e debolezze esasperate dal COVID, esasperate dalla tempesta, ma non causate dal COVID.
Arrivati a questo punto abbiamo due alternative. Continuare a parlare di COVID, esclusivamente di COVID, ragionare come se il COVID sia la causa di tutti i nostri mali, continuare a perderci dietro regole draconiane sulle scivolate a calcetto, i baci a teatro, i nostri figli rinchiusi in una gabbia di plexiglass, gli ingressi nei negozi, mentre, fuori, si festeggia il carnevale di Rio. Vorrà dire che siamo usciti da quella tempesta, esattamente come ci siamo entrati. Anzi no.
Più deboli, più fragili, più ottusi.. Oppure si può ripensare a ciò che non funziona, cogliere l’opportunità di risolvere i problemi endemici del nostro Paese, provare, almeno provare, a disegnare un nuovo modello di crescita e di sviluppo. Insomma, uscire dalla tempesta diversi. Migliori. Magari con un impermeabile in più, qualora dovesse tornare a piovere.
Il COVID è stato solo il dito che ci ha indicato la luna. Continuare a guardare il dito ed ignorare la luna è un errore imperdonabile.
E “ripensare” vale anche per me e per questa rubrica. Una rubrica nata dalle ceneri dei numeri di Virologia Numerica e che aveva lo scopo di accompagnarci nelle varie fasi post epidemiche. Spero, in questo senso, che abbia svolto bene il suo compito. Che si è esaurito con il progressivo ritorno alla “normalità”.
Zona Mista chiude qui.
Io vi ringrazio per esserci stati, avermi letto, aver commentato e aver discusso apertamente a prescindere dal fatto che fossimo d’accordo o meno.
In molti mi stanno chiedendo di mantenere aperto uno spazio di discussione. Aperto e schietto sui temi di attualità. Ci sto pensando.
Mi prendo qualche giorno per pensare.
E ”ripensare”.