Velletri, investita nel 2018 nel parcheggio dell’asilo. Il processo a rischio prescrizione

I genitori Lara e Massimo aprono un gruppo Facebook: "Giustizia per Lavinia"

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Lavinia con mamma Lara prima del tragico evento
Lavinia con mamma Lara prima del tragico evento

A 16 mesi venne investita da un’auto mentre gattonava nel parcheggio dell’asilo. Succedeva a Velletri nel 2018. Da quel giorno la piccola Lavinia, oggi quasi 5 anni, è in stato vegetativo. Non parla, non può mangiare cioccolata, non può correre nè guardare i cartoni animati. Non può fare nulla di quello che fanno tutti i bambini. Mamma Lara Liotta e papà Massimo Montebove, che ogni giorno curano amorevolmente la loro bambina per cui un letto è diventato il mondo intero, ora stanno combattendo l’ennesima battaglia, con la consueta determinazione. Il procedimento penale a carico della maestra che in quell’asilo aveva il compito di vigilare su Lavinia, infatti, rischia di andare in prescrizione. L’udienza di primo grado è fissata per marzo prossimo, ma vista la complessità del processo e il grande numero di testimoni, c’è la possibilità che i tempi si allunghino molto.

Lavinia poco prima dell'incidente
Lavinia poco prima dell’incidente

Ne abbiamo parlato con mamma Lara.

Quando avete appreso la notizia del rischio prescrizione, come avete reagito?
“La notizia ci ha addolorati, come genitori e come cittadini che credono nelle istituzioni. I giorni che passano, la pandemia tuttora in corso che ha fermato le udienze per due anni, l’alto numero dei testimoni e tante altre cose. La vicenda è fin troppo chiara. I mesi continueranno a lavorare in direzione dell’idea che si rischi di avere una giustizia ancora più sommaria della poca che in ogni caso si avrà per le condizioni in cui versa nostra figlia Lavinia. Tutto ciò ci rincresce e ci indigna”.

Avete fondato un gruppo “Giustizia per Lavinia“, che conta tantissimi iscritti, quanto è importante il loro sostegno?
“Al di là delle decisioni che saranno prese in un’aula di giustizia, e che vorremmo il più possibile vicine a riconoscere come la maestra di quell’asilo sia inadatta e assai poco responsabile per lavorare con la delicata categoria dell’infanzia, il sostegno è importante perché è quello di tanti genitori, di tanti nonni, di gente comune che ha conosciuto la storia di Lavinia e a lei si sente profondamente vicina. Molta gente scrive un pensiero per dare forza a noi ma anche per testimoniare come questa vicenda, paradossale e tragica, dia a sua volta forza di guardare avanti a chi, pur non conoscendoci, ha intuito che con l’amore reciproco e la capacità di non perdere il sorriso si può sempre sperare nel domani senza lasciarsi abbattere dagli eventi”.

Qual è il vostro appello, anche oltre la questione della prescrizione?
“Nostra figlia Lavinia all’epoca dell’incidente era una neonata di sedici mesi, con la fiducia cieca di tutti i neonati nei confronti dell’adulto che in quel momento l’aveva in custodia (purtroppo per lei e per noi). Sebbene non esista al Miur un regolamento che impedisca ad una maestra sottoposta a procedimenti penali di continuare ad insegnare e non c’è una spontanea presa di coscienza della protagonista sui motivi di opportunità che dovrebbero spingerla a cercare lavoro in altri ambiti, sarebbe opportuno rivedere le normative che regolano il contratto di lavoro degli insegnanti, magari pensando ad una interdizione permanente nel caso di reati “spia” che in qualche modo facciano comprendere l’inadeguatezza a ricoprire il ruolo. In tal senso l’abbandono di minore contestato all’imputata non può essere considerato un particolare trascurabile”.

La vostra vita è stata sconvolta in un attimo quel terribile giorno, niente è stato più lo stesso. Cosa vi augurate oggi per la vostra famiglia e soprattutto per Lavinia?
“A Lavinia e a noi stessi auguriamo tutta la serenità possibile in ogni giorno che le e ci è dato di vivere. La salute purtroppo è un dato oggettivamente immodificabile da ciascuno di noi in certe circostanze, ma la serenità dipende dalla capacità di continuare a fare squadra insieme per il maggior tempo possibile, farlo con amore e con fiducia andando tutti nella stessa direzione”.

Lavinia con papà Massimo
Lavinia con papà Massimo