Tutto esaurito al Chiostro: l’attore e scrittore Vinicio Marchioni ha presentato “Tre notti” a “Velletri Libris”
Un romanzo duro e dolce allo stesso tempo, un salto all’indietro negli anni Novanta e uno scrittore che al suo esordio lascia intravedere giù una bravura fuori dal comune: tutto esaurito per Vinicio Marchioni al Chiostro della Casa delle Culture e della Musica, per il quinto appuntamento dell’ottava edizione della rassegna letteraria internazionale “Velletri Libris”, organizzata dalla Fondazione De Cultura e dalla Mondadori Bookstore Velletri-Lariano-Genzano-Cisterna-Frascati con il patrocinio di Ministero della Cultura, Regione Lazio, Città Metropolitana di Roma Capitale, Sistema Castelli Romani e Comune di Velletri.
Dopo l’anteprima – con lo spazio dedicato ai vini a cura di Massimo Morassut del Crea Viticoltura Enologia e il “Piccolo prologo in versi”, con Giulio Mazzali che ha interpretato i versi di Szymborska, Borges, Saba e Elena Buia Rutt – gli ideatori della rassegna e librai, Guido Ciarla e Aurora De Marzi, hanno presentato l’ospite della serata insieme a Giacomo Zito, direttore Fondarc.
Marchioni, che ha dialogato con Sofia Bucci, è entrato subito nel vivo del libro raccontando l’approccio avuto con la scrittura e il tipo di romanzo che ha concepito: “non ho scritto un’autobiografia perché non mi sento ancora vecchio”, ha esordito, “ma attraverso lo spunto autobiografico della scomparsa di mio padre ho cercato di scrivere una storia che contenesse elementi universali. Come attore, i grandi maestri mi hanno insegnato a provare a mettere da parte l’ego in favore dei temi. Del resto non volevo parlare dei fatti miei, detesto l’auto-narrazione, e mi sono concentrato su temi come la perdita, l’adolescenza, il rapporto padre/figlio”. La scintilla per cominciare a lavorare a “Tre notti”, edito da Rizzoli, è arrivata con un ritrovamento: “in un trasloco, oltre dieci anni fa, ho trovato dei vecchi diari che scrivevo in adolescenza. Rileggendoli, ho provato grande tenerezza e commozione, anche figlie di una distanza perché era come se fosse un’altra vita. Soffrivo tantissimo per scuola, amore, morte di mio padre, usavo parole drammatiche e molto pesanti, uno Sturm und Drang vero e proprio”. È iniziato così il lavoro di rielaborazione, sedimentazione e ideazione di una storia che ha già dei tratti cinematografici, come ha ammesso in seguito lo stesso Vinicio Marchioni.
Molto importante, nell’economia narrativa, è l’ambientazione spazio-temporale: Roma, nei primi anni un concetto importante, quello di tramite: “lavorando alla struttura del romanzo, mi sono accorto che il tema del ‘tramite’ veniva sempre fuori. E in effetti l’adolescenza è un tramite – Andrea è un adolescente, il protagonista del libro – come quella borgata del 1991 in cui è ambientata la storia non è attaccata alla città, era un posto di tramite, di confine. Si diceva “annamo a Roma”, segno che non ci si sentiva parte della città. Lo stesso anno 1991 è un tramite, non c’era internet, l’Italia usciva dai grandi processi e si avviava all’ultimo anno di ingenuità prima di ‘Mani Pulite’”. Il discorso si è spostato sul versante politico, fondamentale anche per capire appieno l’atmosfera del romanzo: “non avevamo ancora capito la devastazione del consumismo, dei social, avevamo il sogno di uscire dal provincialismo e unirci a qualcosa che stava accadendo nel mondo, la globalizzazione, una corsa verso l’indomani”.
L’importanza del tempo è un aspetto che Marchioni ha mutuato anche dal cinema e dal teatro: “è uno dei protagonisti occulti delle grandi narrazioni. Io nello specifico avevo bisogno di una unità di tempo definita, cioè le tre notti, e un ritmo interno diverso, che mi aprisse dei flashback, all’interno delle stesse tre notti”. L’obiettivo dello scrittore è stato quello di individuare una molla per la storia: “ho voluto un romanzo sulla vita, e non sulla morte, anche se questa è presente. Volevo chi si occupasse di Andrea: la sua fidanzata, gli amici, i compagni del padre. Per questo ho lavorato tantissimo sulla struttura, forte anche della mia esperienza da attore e regista, sapendo che il tempo traina e se non hai una molla che tira non arrivi fino in fondo”.
Tra le miserie della periferia, l’incertezza di un ragazzo e tante figure che incontra nel suo percorso, “Tre notti” regala tante emozioni e ha dei passi estremamente solenni, come dimostrato dal passo letto in chiusura. Quello di Marchioni è un libro che si guarda mentre si legge e potrebbe davvero diventare un film.
Firma-copie lunghissimo per lo scrittore, che ha conquistato “Velletri Libris” con una serata indimenticabile in cui ha dato prova delle sue grandi capacità scrittorie, sin qui meno conosciute rispetto a quelle attoriali che tutti apprezzano. Il Festival è ideato e realizzato dalla Mondadori Bookstore Velletri-Lariano-Genzano-Frascati-Cisterna e dalla Fondazione De Cultura e gode del patrocinio di Ministero della Cultura, Regione Lazio, Città Metropolitana di Roma Capitale, Comune di Velletri e Sistema Castelli Romani, in collaborazione con Fondarc. Partner enogastronomici sono Casale della Regina e CREA Viticoltura-Enologia, che si occupano delle degustazioni con vini e prelibatezze culinarie, mentre i main sponsor per l’edizione 2024 sono Allianz FC Group 0001, Banca Popolare del Lazio, Clinica Madonna delle Grazie, e Class Auto. Per scoprire tutte le novità di “Velletri Libris 2024” sono attivi il sito ufficiale velletrilibris.it e i canali Social, sui quali saranno prontamente inseriti tutti gli aggiornamenti su ogni singola serata. Prossimo appuntamento sabato 13 luglio, con la poetessa e narratrice Maria Grazia Calandrone. L’ingresso, dalle ore 20, è come sempre libero.