Velletri, Luca Maggiore e il suo libro sulla città dopo la seconda guerra mondiale

Lo scrittore Luca Maggiore ha presentato il suo ultimo libro

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Copertina del libro dell'autore
LIBRO DI LUCA MAGGIORE- foto di Damiana Pelagatti

E’ stato ospite della libreria Mondadori Bookstore di Velletri sabato 25 maggio 2024 lo scrittore e storico Luca Maggiore per presentare il suo ultimo libro dal titolo ” La ricostruzione di una città dopo la guerra-Velletri dal 1944 al 1956″.

Il racconto dell’autore

Nel libro si narra la ricostruzione della città attraverso documenti d’archivio e articoli di giornali d’epoca. Fondamentale fu l’aiuto degli Alleati americani per la ripresa della vita cittadina, unitamente agli sforzi della politica nazionale e delle varie amministrazioni locali.

L’intervista all’autore

L’autore ha dialogato rispettivamente con Antonietta Lucchetti, la quale gli ha curato la prefazione al libro, e con Emanuele Cammaroto, membro dell’associazione Fondazione De Cultura e di Memoria 900.

La Lucchetti ha spiegato che Maggiore ha fatto un grande lavoro di archivio e, come lo stesso scrittore ha affermato, le fonti storiche si ricercano negli archivi, si leggono molti documenti ed infine ci si va a leggere tutti i giornali dell’epoca.

E, il quadro che Luca Maggiore ha delineato della città di Velletri, è drammatico: doveva essere ricostruita nello suo tessuto sociale e nel suo territorio, in un periodo a cavallo tra dittatura e democrazia. Ricordiamo che i bombardamenti hanno distrutto gran parte del centro storico.

Ma la sfida di ricostruire Velletri, venne accolta? “No, la sfida non venne accolta!”, ha sottolineato Maggiore con una punta di amarezza. E’ vero che il sindaco dell’epoca, Bernabei, aveva disposto di un piano di ricostruzione per la parte urbanistica, con l’aiuto dell’architetto Marcello De Rossi, ma le opere, nel 1953, non erano ancora iniziate. Perchè l’opposizione le aveva bloccate, nel 1955.

La sfida non venne accolta neanche dal punto di vista economico e neanche dal punto di vista industriale. Questo perchè la classe politica dell’epoca non era preparata.

Ma, finalmente, nel 1956, a Velletri vengono innalzati i più grandi edifici, come l’ospedale ed il Comune.

Alla domanda: perchè hai scelto proprio il periodo tra il 1944 ed il 1956?, l’autore ha risposto che l’idea è nata per il padre, il quale ha vissuto i terribili momenti della guerra e lui stesso è cresciuto con quei racconti lì.

In quel periodo si cercò anche di cambiare la toponomastica della città, ma Alcide De Gasperi disse che le strade intitolate ai Savoia, per il momento, non dovevano essere cambiate. Mentre, altre vie, non vennero mai fatte.

Facendo un passo indietro, nel 1947, il sindaco veliterno Barbetta ordina ai zingari di lasciare la città. Questo gesto ci richiama subito alla mente le leggi razziali, anche se l’autore stesso ha detto che forse il sindaco non sapeva che in Italia e in tutta Europa fossero state emanate leggi razziali usando i suoi stessi termini.

Gli Alleati e la ricostruzione della città

Appena gli Alleati inglesi giunsero a Velletri, essi non amministrarono la città, per volere di Churchill. Allora, l’amministrazione passò al clero.

Ma come si affronta la ricostruzione di una città? Di certo con i soldi, ma Velletri versava in una profonda crisi finanziaria che venne in parte colmata dagli aiuti Americani. Ma gli edifici ricostruiti erano solo al 50%. Inoltre, venne introdotta la tassa sul vino. Di conseguenza, c’era una forte disoccupazione, grave era il problema della fame, tant’è che l’Agenzia delle Nazioni Unite, voluta dagli Americani, distribuiva cibo ed indumenti alla popolazione.

Ma il problema più grave erano la mancanza di alloggi. Non si sapeva dove mettere gli sfollati, e alcuni edifici, come Palazzo di Giustizia ed il Mattatoio, vennero improvvisati come rifugi. Le case popolari nacquero solo nel 1947.

Infine, la presentazione si è chiusa posando l’attenzione su due questioni molto importanti. In primis, nessuna donna dell’epoca fece parte della giunta comunale, ad eccezione di Clementina Calligaris, la quale amministrò la città per breve tempo. La seconda, riguarda un edificio molto caro ai veliterni: Palazzo Ginnetti.

Questo Palazzo ha avuto una storia molto travagliata. Essendo stato da sempre privato, il Comune dell’epoca  ha potuto acquistare solo il parco. Ed era già in condizioni precarie dal ‘700/ ‘800. La sua sorte fu quella di essere prima venduto a qualche agenzia immobiliare di Roma, ed in seguito demolito per volere della sovraintendenza.

 

L' AUTORE E I SUOI RELATORI
L’ AUTORE E I SUOI RELATORI- foto di @Damiana Pelagatti