World Press Photo, sono i bambini le vittime più dolorose nella Striscia di Gaza

0
277
Donna palestinese che abbraccia il corpo esamine della nipote di 5 anni. foto @Mohammed Salem
Donna palestinese che abbraccia il corpo esamine della nipote di 5 anni. foto @Mohammed Salem

Ha fatto il giro del mondo la foto di una donna che abbraccia la nipote morta a 5 anni, uccisa in uno sciopero israeliano, il 17 ottobre 2023. Lo scatto è del fotografo Mohammed Salem. Questo è senz’altro lo scatto più iconico del World Press Photo 2024, visitabile a Roma, presso il Palazzo delle Esposizioni, dall’8 maggio al 9 giugno 2024.

Le foto premiate

Le fotografie vincitrici sono state selezionate tra 61.062 proposte da 3.851 fotografi provenienti da 130 paesi. Sono stati giudicati prima da sei giurie regionali, quindi i vincitori sono stati scelti da una giuria globale composta dai presidenti della giuria regionale più il presidente della giuria globale. I vincitori globali vengono selezionati tra i 24 vincitori regionali. Ci sono anche sei menzioni d’onore. Con una novità di quest’anno: la giuria ha deciso di includere anche nella selezione due menzioni speciali. Le immagini premiate verranno esposte in 60 Paesi di tutto il mondo.

Cos’è il World Press Photo (in breve)

Il WPP sostiene la libertà di stampa presentando alcune delle migliori fotografie documentaristiche del mondo, sostenendo i fotografi e portando l’alfabetizzazione visiva a un pubblico più ampio. Secondo quanto riportato dal Comitato per la Protezione dei Giornalisti, più di tre quarti dei 99 giornalisti e operatori dei media che sono morti in tutto il mondo nel 2023 sono stati uccisi nella guerra Israele-Gaza: uno degli anni più sanguinosi mai registrati. Dall’inizio della guerra, infatti, sono stati registrati 95 giornalisti  e operatori dei media morti: 90 palestinesi, 2 israeliani e 3 libanesi.

Alcuni scatti esposti

Le fotografie hanno trattato temi molto delicati, come i diritti per i gay, le violenze sulle donne, l’inquinamento dato dai cambiamenti climatici. Oltre, il triste bilancio dei morti che la guerra ha causato.

Alcuni degli scatti che seguiranno lo testimonieranno.

Sopravvissuta- fot di Arlette Bashizi
Sopravvissuta- foto di @Arlette Bashizi 

Così come si può leggere nella didascalia apposta sotto la foto, la regione etiope del Tigrè ha vissuto un conflitto che è durato 2 anni, a partire dal 2020. Oltre ad avere fatto morire centinaia di persone a causa della carestia, si stima che durante la guerra, più di 100.000 donne potrebbero aver subito violenza sessuale. A causa di uno stigma che aleggia intorno allo stupro, queste donne vivono in difficoltà e allontanate dalle proprie famiglie. La fotografa, Arlette Bashizi, ha voluto narrare della straordinaria resilienza di queste donne, pronte a ricostruire la propria vita. L’autrice dello scatto è stata insignita della Menzione d’Onore.

 

Inquinamento nel fiume Cileungsi- Foto di @Arie Basuki
Inquinamento nel fiume Cileungsi- Foto di @Arie Basuki 

Il bianco della cascata sul fiume Cileungsi che si vede in questo scatto non è spuma, ma una spessa schiuma causata dagli scarichi delle industrie vicine, in un tempo non molto lontano. L’uomo che pesca in queste deplorevoli condizioni di salute è stato ritratto nel 2023. Questa immagine lancia un grido d’allarme molto forte: ossia, quello di tutelare l’ambiente contro i processi industriali dannosi, complici di un disastroso inquinamento del territorio. L’autore, Arie Basuki, anch’esso, è stato insignito della Menzione d’Onore.

 

Lagenzia-spaziale-gay-scatti-di-@Mackenzie-Calle
Lagenzia-spaziale-gay-scatti-di-@Mackenzie-Calle 

Un altro tema molto delicato che è stato affrontato in questo concorso fotogiornalistico è quello sui gay. La fotografa americana, Mackenzie Calle, in questo triplo scatto ha voluto dare voce e dignità alla storica esclusione degli astronauti dichiaratamente LGBTQI+ dal programma spaziale americano. La stessa, non trovando, negli archivi, alcuna documentazione di contributi da parte della comunità queer, si è immaginata “The Gay Space Agency”.

 

Afghanistan-al-confine-foto-di-@Ebrahim-Noroozi
Afghanistan-al-confine-foto-di-@Ebrahim-Noroozi

Da quando i talebani hanno preso il potere in Afghanistan, nel 2021, l’economia era già al collasso. Inoltre, una siccità durata 4 anni e due violenti terremoti hanno peggiorato la situazione. Questi scatti testimoniano come la maggior parte degli abitanti vivano al di sotto della soglia di povertà, portando gli sfollati ad essere circa 6 milioni.