Zone d’ombra da esterno, le scelte possibili

Zone d'ombra da esterno: la scelta migliore senza rischi legali. Veranda, vela ombreggiante e pergotenda. Quale scegliere?

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Zone d'ombra

Zone d’ombra da esterno: la scelta migliore senza rischi legali

L’estate all’ombra del Colosseo rievoca una delle stagioni più suggestive per visitare la capitale, con le architetture classiche avvolte dall’abbacinante luce solare e un vespaio di turisti armati di macchina fotografica e scarpe aperte per percorrere in lungo e largo i lastricati capitolini. A sforzarsi si riesce quasi ancora a sentire Anita Ekberg che chiama Marcello Mastroianni mentre si rinfresca nella fontana di Trevi, un’immagine iconica che sarà emulata più volte nel corso degli anni a rischio e pericolo delle fontane romane. Perché al di là dell’idillio turistico la verità è che durante l’estate la temperatura ai sette colli si fa rovente e la ricerca di un’aria franca dove poter riprendere fiato diventa di vitale importanza. Per chi a Roma ci vive, una valida alternativa a un illecito bagno al Fontanone è sicuramente la costruzione di un pergolato: la frescura di una zona d’ombra unita alla corrente degli spazi aperti, il tutto sotto forma di strutture che possono arricchire in maniera funzionale il design degli spazi in un cui vengono installate.

Veranda, vela ombreggiante e pergotenda. Quale scegliere?

Ad ogni situazione corrisponde un’apposita soluzione, per questo la decisione sulla struttura da prendere in considerazione comprende un certo numero di fattori. Innanzitutto bisogna considerare la propria disponibilità economica nel momento in cui si decide di avvalersi di una struttura da esterni: la veranda è una soluzione più dispendiosa rispetto a vele ombreggianti e pergotende, considerato che si tratta di strutture più stabili dalla più complessa costruzione e destinate ad una maggiore longevità; al contrario, le vele ombreggianti sono di gran lunga la soluzione più economica, a fronte di uno spazio d’ombra inferiore.

Fattori da considerare: soldi e spazio

I soldi sono la conditio sine qua non, indubbiamente, ma anche lo spazio è un elemento che orienta la scelta: per terrazze condominiali e spazi più ristretti pergotende e verande offrono il giusto mix tra la copertura di uno spazio chiuso e il perimetro adatto ad ambienti esterni, le vele ombreggianti meglio s’abbinano a giardini e ampi spazi aperti che organicamente vanno ad arredare e arricchire con strutture che offrono diverse soluzioni di ancoraggio. Queste è quanto concerne il nostro gusto e le nostre tasche ma chi vuole costruire uno spazio d’ombra in casa propria deve dar conto anche ai propri vicini e all’eventuale intralcio o fastidio che gli viene recato. A questo proposito le verande vengono considerate, da un punto di vista edilizio, strutture fisse che necessitano di autorizzazione a meno che non siano assenti elementi di ancoraggio fissi al terreno (in ogni caso prima di procedere è sempre meglio informarsi presso il comune di residenza).

Fattori da considerare: permessi

Discorso opposto per le vele ombreggianti, coperture eleganti e dal sapore velico che continuano a riscuotere ampio successo sul mercato grazie non solo all’estetica, ma anche alla mancata necessità di permessi e autorizzazioni ai fini dell’installazione, visto che si tratta di semplici elementi di arredo. D’altronde non sempre il fresco di una vela ombreggiante è quello che fa al caso nostro, l’ibridazione perfetta tra costi ridotti e ampiezza della spazio d’ombra è rappresentato dalle pergotende; queste strutture non necessitano di permessi e titoli abilitativi se sprovviste di punti di ancoraggio fissi, in base a quanto stabilito dal Consiglio Di Stato tramite la sentenza 1777 dell’aprile del 2014 che dice “la pergotenda è una struttura leggera e amovibile, caratterizzata da elementi in metallo o in legno di esigua sezione, coperta da telo anche retrattile, stuoie in canna o bambù o materiale in pellicola trasparente, priva di opere murarie e di pareti chiuse di qualsiasi genere, costituita da elementi leggeri, assemblati tra loro, tali da rendere possibile la loro rimozione previo smontaggio e non demolizione”. I casi giuridici, reali, che andiamo ad esporre chiariranno meglio l’orientamento legislativo.

Pergotende a norma di legge

Con la sentenza numero 306 del 2017 il Consiglio di Stato ha stabilito un precedente utile a dirimere le questioni in merito alla validità o meno della costruzione di una pergotenda. Il caso particolare fa riferimento al ricorso presentato da una donna di un piccolo comune in provincia di Salerno contro l’ordinanza di demolizione di una struttura con copertura e perimetro in teli plastificati da parte del TAR. La donna si è quindi rivolta al Consiglio di Stato mostrando perizie dimostranti l’amovibilità della struttura. Il Consiglio di Stato ha specificato che non è sempre facile individuare i limiti che eventualmente oltrepassano queste strutture, provando poi a formulare delle definizioni che chiariscano il più possibile la materia. La chiave per non rientrare nella categoria delle strutture fisse è ricordare che le chiusure verticali devono essere in materiale plastico trasparente, soluzioni dalle specifiche caratteriste tecniche che assicurano un isolamento paragonabile a quello di un perimetro in vetro.

Attenzione però a non confondere la normale pergotenda con strutture diverse. Con un’altra sentenza (qui il testo), stavolta riferita al contenzioso tra gli abitanti di un condominio di Pomezia e il proprietario di un bar che si è munito di pergotenda, il Tar del Lazio chiarisce che se la struttura è di grandi dimensioni e non volta solo a rendere più vivibile uno spazio esterno, come nel caso di una costruzione utilizzata anche a fini commerciali, allora scatta la richiesta di permesso. In questo caso la pergotenda non era costituita da elementi scorrevoli bensì fissi, la stessa struttura deve configurarsi come un elemento facilmente amovibile, quella del bar in questione, invece, era di alluminio e fissata a fioriere di cemento, oltre ad ostacolare la vista di alcuni appartamenti (segno del mancato dialogo tra le parti al momento della costruzione della struttura). Un episodio di cui far tesoro per chi sceglierà una pergotenda per resistere alla calura romana schivando il rischio di litigare con i propri vicini.

L’estate all’ombra del Colosseo rievoca una delle stagioni più suggestive per visitare la capitale, con le architetture classiche avvolte dall’abbacinante luce solare e un vespaio di turisti armati di macchina fotografica e scarpe aperte per percorrere in lungo e largo i lastricati capitolini. A sforzarsi si riesce quasi ancora a sentire Anita Ekberg che chiama Marcello Mastroianni mentre si rinfresca nella fontana di Trevi, un’immagine iconica che sarà emulata più volte nel corso degli anni a rischio e pericolo delle fontane romane. Perché al di là dell’idillio turistico la verità è che durante l’estate la temperatura ai sette colli si fa rovente e la ricerca di un’aria franca dove poter riprendere fiato diventa di vitale importanza. Per chi a Roma ci vive, una valida alternativa a un illecito bagno al Fontanone è sicuramente la costruzione di un pergolato: la frescura di una zona d’ombra unita alla corrente degli spazi aperti, il tutto sotto forma di strutture che possono arricchire in maniera funzionale il design degli spazi in un cui vengono installate.

Veranda, vela ombreggiante e pergotenda. Quale scegliere?

Ad ogni situazione corrisponde un’apposita soluzione, per questo la decisione sulla struttura da prendere in considerazione comprende un certo numero di fattori. Innanzitutto bisogna considerare la propria disponibilità economica nel momento in cui si decide di avvalersi di una struttura da esterni: la veranda è una soluzione più dispendiosa rispetto a vele ombreggianti e pergotende, considerato che si tratta di strutture più stabili dalla più complessa costruzione e destinate ad una maggiore longevità; al contrario, le vele ombreggianti sono di gran lunga la soluzione più economica, a fronte di uno spazio d’ombra inferiore.

Fattori da considerare: soldi e spazio

I soldi sono la conditio sine qua non, indubbiamente, ma anche lo spazio è un elemento che orienta la scelta: per terrazze condominiali e spazi più ristretti pergotende e verande offrono il giusto mix tra la copertura di uno spazio chiuso e il perimetro adatto ad ambienti esterni, le vele ombreggianti meglio s’abbinano a giardini e ampi spazi aperti che organicamente vanno ad arredare e arricchire con strutture che offrono diverse soluzioni di ancoraggio. Queste è quanto concerne il nostro gusto e le nostre tasche ma chi vuole costruire uno spazio d’ombra in casa propria deve dar conto anche ai propri vicini e all’eventuale intralcio o fastidio che gli viene recato. A questo proposito le verande vengono considerate, da un punto di vista edilizio, strutture fisse che necessitano di autorizzazione a meno che non siano assenti elementi di ancoraggio fissi al terreno (in ogni caso prima di procedere è sempre meglio informarsi presso il comune di residenza).

Fattori da considerare: permessi

Discorso opposto per le vele ombreggianti, coperture eleganti e dal sapore velico che continuano a riscuotere ampio successo sul mercato grazie non solo all’estetica, ma anche alla mancata necessità di permessi e autorizzazioni ai fini dell’installazione, visto che si tratta di semplici elementi di arredo. D’altronde non sempre il fresco di una vela ombreggiante è quello che fa al caso nostro, l’ibridazione perfetta tra costi ridotti e ampiezza della spazio d’ombra è rappresentato dalle pergotende; queste strutture non necessitano di permessi e titoli abilitativi se sprovviste di punti di ancoraggio fissi, in base a quanto stabilito dal Consiglio Di Stato tramite la sentenza 1777 dell’aprile del 2014 che dice “la pergotenda è una struttura leggera e amovibile, caratterizzata da elementi in metallo o in legno di esigua sezione, coperta da telo anche retrattile, stuoie in canna o bambù o materiale in pellicola trasparente, priva di opere murarie e di pareti chiuse di qualsiasi genere, costituita da elementi leggeri, assemblati tra loro, tali da rendere possibile la loro rimozione previo smontaggio e non demolizione”. I casi giuridici, reali, che andiamo ad esporre chiariranno meglio l’orientamento legislativo.

Pergotende a norma di legge

Con la sentenza numero 306 del 2017 il Consiglio di Stato ha stabilito un precedente utile a dirimere le questioni in merito alla validità o meno della costruzione di una pergotenda. Il caso particolare fa riferimento al ricorso presentato da una donna di un piccolo comune in provincia di Salerno contro l’ordinanza di demolizione di una struttura con copertura e perimetro in teli plastificati da parte del TAR. La donna si è quindi rivolta al Consiglio di Stato mostrando perizie dimostranti l’amovibilità della struttura. Il Consiglio di Stato ha specificato che non è sempre facile individuare i limiti che eventualmente oltrepassano queste strutture, provando poi a formulare delle definizioni che chiariscano il più possibile la materia. La chiave per non rientrare nella categoria delle strutture fisse è ricordare che le chiusure verticali devono essere in materiale plastico trasparente, soluzioni dalle specifiche caratteriste tecniche che assicurano un isolamento paragonabile a quello di un perimetro in vetro.

Attenzione però a non confondere la normale pergotenda con strutture diverse. Con un’altra sentenza (qui il testo), stavolta riferita al contenzioso tra gli abitanti di un condominio di Pomezia e il proprietario di un bar che si è munito di pergotenda, il Tar del Lazio chiarisce che se la struttura è di grandi dimensioni e non volta solo a rendere più vivibile uno spazio esterno, come nel caso di una costruzione utilizzata anche a fini commerciali, allora scatta la richiesta di permesso. In questo caso la pergotenda non era costituita da elementi scorrevoli bensì fissi, la stessa struttura deve configurarsi come un elemento facilmente amovibile, quella del bar in questione, invece, era di alluminio e fissata a fioriere di cemento, oltre ad ostacolare la vista di alcuni appartamenti (segno del mancato dialogo tra le parti al momento della costruzione della struttura). Un episodio di cui far tesoro per chi sceglierà una pergotenda per resistere alla calura romana schivando il rischio di litigare con i propri vicini.